Venere degli stracci incendiata, parla Pistoletto: “Uccisa la Venere che vuol rigenerare la società”
Maestro, cosa ha provato vedendo l’opera distrutta dalle fiamme?
La cosa più divertente, dico così perché bisogna anche fare ricorso al sense of humor, perché se non ci fosse quello ci sarebbe da essere molto tristi, è che come ha detto mia moglie: “È stato un femminicidio”. È un atto frutto di una mentalità femminicista, hanno voluto ammazzare la Venere, la Venere che vuole rigenerare la società. Sembra strano, ma un riferimento del genere, sentito da una donna come Maria (la moglie, ndr.), la ritengo molto adatta al nostro tempo.
Gli stracci che hanno preso fuoco simboleggiavano gli scarti o i rifiuti, che la Venere ha il potere di rigenerare. Crede che quest'opera si possa rigenerare?
Quest'opera rappresenta i rifiuti di ogni genere: culturali, politici, economici, i rifiuti dell'umanità che è abbandonata nelle situazioni peggiori. Abbiamo le coste africane ricolme di montagne di stracci che sono stati trasportati lì dai Paesi consumisti, viviamo un momento tragico dell'umanità.
Questa presentazione così pubblica della ‘Venere degli stracci' mette in evidenza tutto questo, questa condizione tragica in cui noi viviamo. Ma certamente è un'opera che si può rigenerare.
Questo gesto ha indubbiamente anche un carico simbolico importante per ciò che rappresenta la ‘Venere degli stracci', collocata in una delle principali piazze di una città come Napoli, ricca di contraddizioni evidenti, forti.
Siamo nella piazza del Municipio, prima della Venere c'è una statua del Nettuno, ci sono dei riferimenti mitici come lo è la Venere, che rappresenta la venerazione. Il verbo ‘venerare' nasce da Venere, c'è addirittura un concetto spirituale in questo simbolo della femminilità, della generazione: la donna che genera e rigenera, ecco perché parliamo di un femminicidio. La Venere genera e rigenera una società che attraverso questo potere assoluto, maschilista, porta alla degenerazione.
Pensa sia stato solamente un atto vandalico o c'è di più? Un attacco all'arte, alla bellezza, cosa rappresenta per lei?
Potrebbe anche essere un atto fatto ingenuamente da dei ‘pazzerelli‘, non lo so. Certo è, però, che quella Venere è un elemento vitale, vivo: chi colpisce la Venere colpisce una persona, infatti può prendere fuoco, mentre a una vecchia scultura di bronzo o a un'antica scultura di marmo messa bene su un piedistallo alto, dove il potere domina, non può capitare. La Venere mette i piedi per terra dove camminano tutti. Gli stracci sono là dove tutti viviamo e quindi rappresenta una situazione di apertura.
Se fossero stati degli artisti, dei giovani (a incendiare l'opera, ndr.), che vogliono fare un'opera di intervento, dovrebbero farla cercando di capire che l'arte può portare a una rigenerazione di incontri, di discussioni, di proposte e non di offese. Le offese non portano certamente a un'arte degna di questo nome.
Secondo lei si sarebbe potuto evitare questo attacco, magari con dei sistemi di protezione o di vigilanza, seppur in uno spazio pubblico?
Sinceramente non è venuto in mente a nessuno di noi, di fare questo. Se partiamo dal presupposto di difendere la Venere impediamo anche alla stessa opera di essere vicina a tutti.
Maestro ha un messaggio da dare ai tanti napoletani che oggi si dicono dispiaciuti per quanto accaduto e le manifestano affettuosa solidarietà?
Io manifesto il mio grande affetto, amicizia e solidarietà con tutta la città di Napoli, con tutti i napoletani, indipendentemente da quale genere di pensiero loro seguano. I napoletani sono vivi, vivaci, meravigliosi, e bisogna che diano il meglio anche in questa situazione e io credo sia un'opportunità anche per loro di sentirsi parte della parte migliore della città. Spero di tornare presto a Napoli, chissà, magari con una nuova Venere.