Vela rossa, notificate le diffide per l’accesso alle passerelle: “Vogliono spingere per lo sgombero”
Non si placano le tensioni alle Vele di Scampia. Dopo lo sgombero della Vela celeste avvenuto all'inizio di agosto a seguito del tragico crollo che ha portato alla morte di 3 persone, ora anche gli abitanti della Vela rossa e della Vela gialla temono di essere sgomberati e di dover abbandonare le case dove vivono. La motivazione sarebbe la medesima di quella della vela celeste, ovvero l'inagibilità delle passerelle di ferro che portano agli alloggi.
Gli agenti della Polizia Locale hanno notificato ad una trentina di abitanti della Vela rossa una diffida all'utilizzo di alcune passerelle di ferro dal 1° al 4° piano nell'ala est dello stabile.
Per i residenti si tratta di "una forzatura per arrivare allo sgombero". Anche per loro, in caso di sfratto, si aprirebbe il contributo di solidarietà del Comune di Napoli, da 400 a 1.100 euro, come per gli abitanti della Vela celeste. Ad oggi però la misura sembra tutt'altro che funzionare e sono pochissime le famiglie che hanno trovato una sistemazione autonoma.
La diffida per le passerelle: "Quelle nuove le ha messe il Comune 5 anni fa"
Il caso che ha mandato in subbuglio gli abitanti della Vela rossa sono le circa 30 diffide arrivate negli ultimi giorni e notificate dalla polizia municipale a seguito dei rilievi dei Vigili del Fuoco. Si tratta delle passerelle in ferro che dalle scale in cemento conducono sui corridoi pensili, anche questi in ferro, che portano poi agli alloggi.
"E' una forzatura che sta facendo il Comune di Napoli – spiega a Fanpage.it Salvatore Riccio, residente nella Vela rossa – sopra alle vecchie passerelle, il Comune 4-5 anni fa ha installato delle nuove passerelle che sono pienamente agibili. Queste si appoggiano sul cemento, quindi non fanno pressione sulla vecchia passerella che sta sotto. Queste però sono corrose dalla ruggine. Ma noi non camminiamo sulle vecchie passerelle dove hanno fatto i rilievi, ma sulle nuove".
Insomma, come spesso sta avvenendo in questa drammatica vicenda delle Vele, dopo la tragedia del luglio scorso, nessuno sembra prendersi la responsabilità di certificare nulla in queste strutture. Effettivamente le nuove passerelle sono ben visibili, ed è evidente che i residenti camminano su quelle e non sulle vecchie danneggiate. "Non c'è rischio crollo delle passerelle nuove – spiega Riccio – se quelle vecchie sono pericolanti, basta staccarle. Non ci vuole molto. Per questo diciamo che è un forzatura per costringerci piano piano ad uscire dalla Vela".
Il timore dello sgombero: "Se serve spazio abbattiamo la Vela celeste"
Proprio mentre i vigili urbani notificavano le diffide agli abitanti della Vela rossa, il Prefetto di Napoli, Michele Di Bari, ha comunicato che prossimamente bisognerà sgomberare anche la Vela rossa e quella gialla.
"Noi viviamo con questa paura – ci dice Salvatore Russo, anche lui residente alla Vela rossa – perché se usciamo da qui non abbiamo soluzioni. Il contributo del Comune già non sta funzionando per gli sfollati della Vela celeste, e se sgomberano anche noi funzionerà meglio o peggio?".
Effettivamente in questi mesi non sembra che ci sia stata una presa in carico da parte delle istituzioni delle famiglie delle Vele. L'erogazione del contributo sembra essere una "soluzione" onnicomprensiva di ogni bisogno di queste persone, che, ebbene ricordarlo, attendono un alloggio dignitoso da quasi 30 anni.
Il progetto "Re Start Scampia" prevedrebbe uno sgombero graduale dei residenti delle Vele, con il passaggio direttamente nei nuovi alloggi. Chiaramente la tragedia della Vela celeste e lo sgombero per inagibilità hanno rimesso tutto in discussione. Ma perché accelerare così tanto sullo sgombero della Vela rossa e della gialla con il rischio di avere ancora più tensioni sociali ed ancora più problemi da gestire?
"Loro non hanno spazio – dice Salvatore Riccio – si devono costruire altri 450 alloggi, ed a questo punto vogliono costruirli tutti insieme, ma non hanno spazio. Accanto alla Vela celeste c'è un cantiere per 60 alloggi, gli altri dove li fanno? E per questo vogliono sgomberare la rossa e la gialla per fare spazio. Ma in verità sarebbe semplicissimo fare spazio. Che senso ha oggi riqualificare la Vela celeste? E per farne cosa soprattutto? Basterebbe abbattere ora la Vela celeste e recuperare lo spazio necessario per gli altri alloggi, e spostare noi dalla Vela rossa e gialla quando saranno pronte le case nuove. D'altronde la Vela celeste è già vuota". Un ragionamento che pare di buon senso.
Il contributo del Comune non funziona
Quello che spaventa di più gli abitanti della Vela rossa è che una volta usciti dai loro alloggi non riusciranno a trovare una casa in affitto. "Il Comune ha fatto un discorso di questo tipo – ci dice Salvatore Russo – vuoi il contributo? Eccolo, avrai sicuramente i soldi, ma tutto il resto te lo devi piangere tu. Io so solo una cosa che per me, che ho 6 figli, non funzionerà. Ho ricevuto solo porte in faccia, in alcuni casi addirittura non mi hanno voluto far vedere la casa. Tutti noi sappiamo che c'è il rischio imminente di dover lasciare la Vela e dover accedere al contributo, quindi sto facendo dei sondaggi. Qua nessuno ha trovato casa nemmeno tra gli abitanti della Vela celeste".
Il punto è proprio questo. La tragedia della Vela celeste ha imposto un netto cambio di programma per tutto il progetto di riqualificazione, e con la situazione che c'è adesso è difficile immaginare che i nuovi alloggi siano pronti prima dei prossimi 4-5 anni. Pertanto le persone che abbandonano le Vele dovranno avere una soluzione d'emergenza per 4-5 anni. Sempre che dal governo arrivi costantemente l'ok, ogni 6 mesi, al prelievo dal fondo di riserva per i fondi necessari.
"Il Comune dice che ci dà il sussidio – spiega Salvatore Riccio – ma quando io vado da un proprietario di casa per prenderla in affitto, lui non se ne frega nulla del sussidio del Comune, vuole vedere la busta paga e le garanzie, e qua non ce le ha nessuno. Il Comune non si prende la responsabilità di accompagnare questo incrocio tra domanda e offerta e noi quindi che dobbiamo fare?".