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Vaccino mRNA contro il melanoma, a Napoli la prima dose iniettata all’ospedale Pascale

All’ospedale Pascale di Napoli somministrato per la prima volta in Italia il vaccino anticancro a mRna per la cura del melanoma. Ascierto: “Ci vorrà qualche anno prima dei risultati”
A cura di Giuseppe Cozzolino
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Il primo vaccino anticancro a mRna per la cura del melanoma è stato somministrato per la prima volta stamattina a Napoli. Ci vorrà qualche anno per conoscere i risultati, fanno sapere dall'Istituto dei tumori Pascale di Napoli, ma la speranza che la scienza possa aver compiuto un altro passo avanti è tanta. Si tratta del primo paziente italiano a cui è stato iniettato il vaccino antitumorale attualmente in corso di sperimentazione dall'Irccs napoletano e coordinato dall'oncologo Paolo Ascierto. Alfredo, questo il nome del primo paziente italiano, ha ricevuto la dose di vaccino, prodotto dall'azienda statunitense Moderna,  che abbiamo imparato a conoscere negli anni della pandemia da Sars-CoV2 e la realizzazione del relativo vaccino.

«La nostra speranza è quella di poter dare una nuova e più efficace opzione terapeutica a quanti più pazienti possibili. Ed è per questo che oggi è un grande giorno», ha spiegato il professor Paolo Ascierto, che non nasconde un pizzico di delusione per l'esclusione dell'Italia dalle fasi I e II di sperimentazione. La fase III, invece, è iniziata a settembre proprio a Napoli.

Il professor Paolo Ascierto
Il professor Paolo Ascierto

L'oncologo napoletano ha spiegato meglio di cosa si tratta:

Il vaccino si basa sulla stessa tecnologia adottata per quelli contro il Covid, cioè utilizzando mRNA sintetici progettati per ‘istruire’ il sistema immunitario a riconoscere specifiche proteine, chiamati ‘neoantigeni’, che sono espressione di mutazioni genetiche avvenute nelle cellule malate.

Lo scopo del vaccino, dunque, «non è quello di prevenire la malattia, ma di aiutare e supportare il sistema immunitario dei pazienti a riconoscere e ad attaccare più efficacemente il tumore», ha aggiunto ancora Ascierto, che mostra comunque un cauto ottimismo: «Ci vorrà qualche anno prima di avere i risultati di quest’ultima fase dello studio clinico, la fase III»..

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