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Usuraio a 84 anni, arrestato il vecchio camorrista che iniziò la “carriera” con Raffaele Cutolo

Prestava denaro con un tasso di interesse tra il 20% ed il 30% mensile agli imprenditori: arrestato nel Salernitano l’ex-boss della Nuova Camorra Organizzata Giovanni Marandino, detto “Ninuccio”, per usura. Ai domiciliari il figlio, indagati a piede libero la moglie ed un uomo di fiducia della famiglia.
A cura di Giuseppe Cozzolino
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Arrestato Giovanni Marandino, l'ex boss della Nuova Camorra Organizzata, che nel Salernitano "esercitava" la pratica dell'usura nonostante gli 84 anni suonati e nei confronti soprattutto di imprenditori a corto di liquidità. Tassi folli quelli applicati: è stato riscontrato che la "forbice" oscillasse tra il 20 ed il 30% mensilmente. In un caso, è stato riscontrato che su un debito di 100mila euro ben 90mila erano i soli interessi accumulati. Oltre a Marandino, è indagato anche il figlio, assegnato ai domiciliari.

Giovanni Marandino, classe 1937, è un nome molto noto in ambito giudiziario. Conosciuto anche con il soprannome di "Ninuccio", è una storica figura della criminalità del Cilento: ha al suo attivo anche una condanna definitiva per associazione a delinquere di stampo mafioso, essendo stato riconosciuto affiliato alla Nuova Camorra Organizzata di Raffaele Cutolo. Sopravvissuto ad un agguato nel 1981, il fratello Aurelio venne invece ucciso nel 1991 in un altro agguato, nell'ambito della "grande guerra" tra la Nuova Camorra Organizzata e la Nuova Famiglia.

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Il modus operandi di Marandino per praticare l'usura era sempre lo stesso: in primis, incassava un assegno "in garanzia", nel quale vi era già l'importo con annessi interessi. Se però alla scadenza la vittima di usura non era in grado di pagarlo, l'usuraio incassava gli interessi maturati rinnovando il prestito e garantendosi così altri guadagni. Il tutto "comodamente" da casa: Marandino, infatti, era già soggetto all'obbligo di dimora nella sua Capaccio-Paestum. Le sue azioni sono state tali che, sebbene ultraottentenne, i giudici hanno ritenuto necessario disporne il trasferimento in carcere. Oltre a Marandino, finito così dietro le sbarre, risultano indagati anche la moglie, il figlio Emanuell (40 anni) ed un uomo di fiducia della famiglia. Solo per il figlio, però, è scattato il provvedimento restrittivo ai domiciliari, mentre gli altri due sono indagati a piede libero.

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