L’uovo di Pasqua è un caciocavallo. E al posto della sorpresa c’è una soppressata
Chi lo dice che l'Uovo di Pasqua dev'essere esclusivamente realizzato col cioccolato? Un caseificio del Vallo di Diano e precisamente di Sala Consilina, comune della provincia di Salerno affacciato sulla Lucania, ha pensato bene di rivisitare uno dei prodotti più ghiotti della Pasqua e tramutarne il sapore dominante passando dal dolce al salato. Dunque al posto del cioccolato temperato spazio al latte vaccino. La forma resta la stessa ma è tutta di caciocavallo. Non solo: la sorpresa c'è, ma è una sontuosa soppressata del Vallo di Diano: carne di suino lavorata ‘a punta di coltello' e aromi.
L'idea ispirata agli emigranti italiani
L'incarto, il packaging, è quello del dolce pasquale, l'idea però affonda le radici negli inizi del Novecento, negli anni dell'emigrazione verso le Americhe. Non a caso il prodotto del caseificio Sant'Antonio si chiama Uovo di Caciocavallo Emigrante o Caciuovo: un tempo gli emigrati meridionali – campani, calabresi, lucani, molisani, pugliesi, siciliani – per poter trasportare i loro insaccati tipici dovevano occultarli all'interno dei formaggi allo scopo di eludere i controlli. Motivo: l'importazioni di salumi era severamente proibita per motivi d'igiene.
Il prodotto, 1,5 chili di bontà, manco a dirlo ha avuto subito successo: a Pasqua ogni dieta è sospesa, dunque anche se 100 grammi di questa delizia sono pari a 345 kcal (chilocalorie). Tante le richieste e numerosi i video sui social network per magnificare la delizia nostrana.
Il pandoro di mozzarella e pasta al forno
A proposito di rivisitazioni di dolci tipici delle feste, l'Uovo di Pasqua che diventa caciocavallo fa il paio con analoghe operazioni che hanno riguardato ad esempio il pandoro di Natale. Il Pandoro è diventato sia tutto di mozzarella di bufala che, più recentemente, interamente realizzato con la pasta al forno, senza perdere la sua tradizionale forma.