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Un’urna funeraria nel mare di Bagnoli, trovata dai volontari durante la pulizia dei fondali

Domenica 19 maggio i volontari di Plastic Free di altre associazioni hanno ripulito l’area davanti a Piazza a Mare; il contenitore era stato lanciato in acqua.
A cura di Nico Falco
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Quando se la sono trovata tra le mani, i volontari ci hanno probabilmente messo qualche minuto a capire  di cosa si trattasse e a convincersi che fosse davvero quello. Incisi sulla targhetta ci sono le generalità del defunto, date di nascita e morte, nome dell'agenzia funebre: nessun dubbio, quella rinvenuta nel mare di Bagnoli, Napoli Ovest, è un'urna funebre, ancora sigillata e con all'interno le ceneri.

Il ritrovamento è stato effettuato domenica scorsa, 19 maggio, durante la pulizia dei fondali davanti a Piazza a Mare. Alle operazioni, si legge in una nota pubblicata da Plastic Free sul proprio sito internet, hanno partecipato 120 cittadini e sono stati raccolti complessivamente 65 sacchi di rifiuti, di cui 6 contenenti plastica e alluminio e 7 vetro, per un peso complessivo di 150 chili. E nel mare c'era di tutto: borse, scarpe, rifiuti persi o volontariamente buttati. E l'urna funeraria, ovviamente, trovata dai volontari di altre associazioni che si sono uniti all'iniziativa.

Come il contenitore sia arrivato lì, per il momento è un mistero. O, meglio, non ci sono certezze ma è facile da immaginare: con tutta probabilità qualcuno, forse per rispettare le ultime volontà del defunto, l'ha gettata in mare. Cosa che può essere avvenuta anche parecchio tempo fa: le incisioni sull'urna sono piuttosto malridotte e dalla data del decesso riportata sono trascorsi oltre dieci anni. La pratica, per inciso, non è vietata dalla legge ma si può fare a determinate condizioni, prima tra queste che siano disperse le ceneri e non certo un'urna non biodegradabile; in secondo luogo, la dispersione deve essere sempre autorizzata e non può avvenire a meno di 100 metri dalla costa.

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Assofuneral: "Speriamo si tratti di un caso isolato"

Sulla vicenda si è espresso Gennaro Tammaro, imprenditore del settore e presidente dell'associazione Assofuneral: "Apprendiamo con sgomento del ritrovamento di un'urna funeraria non distante dalla riva a Bagnoli, a Napoli. Si tratta di immagini e storie che come imprenditori del comparto funebre non vorremmo mai leggere" ha dichiarato. "Speriamo – continua – si tratti di un caso isolato legato a un comportamento leggero, per usare un eufemismo, di singoli. Ma non possiamo non ricordare che il comparto funebre è uno di quelli ad alto impatto ambientale. Il fatto che sia stata pescata un'urna praticamente ancora integra dopo dieci anni ne è plastica dimostrazione: l'impatto di tali pratiche è potenzialmente disastroso per le nostre acque e per i nostri mari".

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