Una tartaruga caretta caretta nelle acque di Napoli: il video girato al largo di Posillipo
Una tartaruga caretta caretta avvistata al largo di Capo Posillipo: ma da qualche giorno, la testuggine è in buona compagnia, visto che avvistamento di uno o più esemplari stanno avvenendo in tutto il golfo di Napoli, da San Giovanni a Teduccio fino appunto al mare antistante la collina di Posillipo. E nei giorni scorsi c'è chi le ha avvistate anche a Torre del Greco, a più di venti chilometri dal capoluogo partenopeo.
Molti pescatori hanno ripreso le testuggini con i loro telefonini: le caretta caretta, in genere, difficilmente arrivano a riva salvo quando sono in procinto di deporre le proprie uova. Ma l'avvicinarsi alle coste, in particolare quelle più densamente popolate, le espone a molti rischi: più che ai predatori, infatti, le tartarughe devono stare attente all'immondizia, soprattutto la plastica, che costituisce per loro un serio pericolo, così come ami da pesca ed altri oggetti che spesso le feriscono e in qualche caso finiscono per ucciderle.
Non si tratta di un avvistamento raro: contrariamente a quanto si crede, le tartarughe caretta caretta sono molto comuni nel Mar Mediterraneo, ed hanno una delle loro "basi" preferite per i nidi le spiagge della Sicilia. Nell'ultimo periodo hanno spostato la loro attenzione su acque più settentrionali di quelle siciliane, come quelle calabresi, pugliesi e per l'appunto campane. In particolare, le spiagge più "attenzione" sono quelle di Cuma e del litorale casertano, sebbene qualche nido è stato riscontrato negli ultimi anni anche nel Cilento. Lo spostamento verso la Campania, per alcuni scienziati, è legato al surriscaldamento dei mari: più il Mediterraneo diventa caldo nelle zone più meridionali, e più le tartarughe "migrano" verso nord. Appena tre anni fa, si registrò un nido perfino a Jesolo, in provincia di Venezia, ritenuto il nido "più a nord dell'intero pianeta", come spiegò Guido Pietroluongo, veterinario coordinatore e responsabile del nido di tartarughe di Jesolo e membro del CERT, il Cetacean stranding Emergency Response Team dell'Università di Padova.