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Una piazza per Nunzia Munizzi e Barbara Sellini, le due bimbe torturate e uccise a Ponticelli 40 anni fa

Il 2 luglio del 1983, proprio a Ponticell, Nunzia e Barbara, 10 e 7 anni, vennero torturate, uccise e poi date alle fiamme. A 40 anni dal massacro, la città di Napoli ha voluto intitolargli una piazza nel quartiere.
A cura di Valerio Papadia
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Le due vittime del massacro di Ponticelli
Le due vittime del massacro di Ponticelli

È passato alla storia come il massacro di Ponticelli ed è uno dei delitti più efferati che siano mai stati commessi in questa città. Il 2 luglio del 1983, nel quartiere alla periferia Est di Napoli, Nunzia Munizzi e Barbara Sellini, due bambine di 10 e 7 anni, vennero torturate, uccise e poi date alle fiamme. A 40 anni di distanza dal duplice omicidio, il Comune di Napoli ha deciso di intitolare alla memoria delle due bambine una piazza proprio a Ponticelli: nasce così piazza Nunzia Munizzi e Barbara Sellini, tra via Louis Armstrong e via Walt Disney.

La giunta comunale ha pubblicato la delibera per l'intitolazione della piazza alle due bimbe: la proposta è stata formulata dal Presidente della Commissione Urbanistica con delega alla Toponomastica, Massimo Pepe. "Sono molto contento di vedere concluso un iter avviato mesi fa per il riconoscimento di una piazza in memoria delle due bambine vittime innocenti della strage del 83’, tengo a ringraziare il Vice Sindaco Laura Lieto che ha immediatamente accolto la mia richiesta e la  Commissione toponomastica che si è espressa favorevolmente all’unanimità. E' un gesto piccolo ma significativo, segno dell’attenzione che questa Amministrazione tiene ai temi sociali della nostra città" ha detto Pepe.

Il massacro di Ponticelli

La sera del 2 luglio 1983, intorno alle 19.30, le due bimbe escono di casa: devono incontrarsi con un uomo che entrambe chiamano Gino o con il soprannome di "Tarzan tutte lentiggini". Nunzia e Barbara furono viste da un'altra bambina, loro amica, a bordo di una Fiat 500 blu con un fanalino rotto. Alle 20.30 le due bimbe non erano ancora tornate alle loro rispettive abitazioni: scattarono dunque le ricerche in tutto il quartiere, estese poi anche al resto della città.

Soltanto nella tarda mattinata del 3 luglio, a seguito di una segnalazione, i carabinieri ritrovarono i corpi semi-carbonizzati delle due bimbe al Rione Incis, complesso di edilizia popolare di Ponticelli. L'autopsia rivelò che Nunzia e Barbara erano state torturate con uno strumento tagliente e uccise, infine date alle fiamme.

Le indagini e le condanne per il duplice omicidio

Le indagini portarono inizialmente a Corrado Enrico, un venditore ambulante semianalfabeta che aveva una Fiat 500 blu con il fanalino rotto. In sede di interrogatorio, Enrico rivelò di aver visto le foto dei cadaveri semi-carbonizzati delle bambine sui giornali, foto però mai pubblicate; gli inquirenti accertarono poi che l'uomo era solito molestare bambini proprio al Rione Incis di Ponticelli. Ciononostante, Corrado Enrico verrà rilasciato; qualche giorno dopo farà demolire la sua 500 blu, mai sequestrata dagli inquirenti.

Dopo gli appelli delle famiglie per conoscere la verità sugli omicidi, vennero arrestati tre giovani incensurati tra i 19 e i 21 anni: Ciro Imperante, Giuseppe La Rocca e Luigi Schiavo. Nonostante prove indiziarie e testimonianze contrastanti, i tre sono stati condannati all'ergastolo in tutti e tre gradi di giudizio. Nel 2010, dopo 27 anni di carcere, per via della buona condotta i tre sono stati rimessi in libertà.

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