Una fiaccolata in memoria di Tullio e Giuseppe, i due ragazzi uccisi a Ercolano
Anche se è passato ancora troppo poco tempo, Portici è decisa fermamente a non dimenticare Tullio Pagliaro e Giuseppe Fusella, 27 e 26 anni, uccisi nella notte tra il 28 e il 29 ottobre nella vicina Ercolano da Vincenzo Palumbo, che gli ha sparato dal balcone, mentre erano in auto, credendoli dei ladri. E allora ecco che martedì 9 novembre, come apprende Fanpage.it, è in programma una fiaccolata per ricordare i due ragazzi, per onorarne la memoria, proprio nella loro Portici, la cittadina alla pendici del Vesuvio nella quale vivevano con le rispettive famiglie. La fiaccolata si muoverà da via IV Novembre, come detto il prossimo martedì, alle ore 18.
Folla e commozione ai funerali dei due ragazzi
Soltanto ieri, giovedì 4 novembre, a Portici si sono svolti i funerali di Tullio e Giuseppe, officiati dall'arcivescovo di Napoli, il cardinale Mimmo Battaglia, nella chiesa di San Ciro. Proprio l'arcivescovo partenopeo, nella sua omelia, ha invitato gli amici dei ragazzi a non lasciarsi andare al rancore, che porta con sé soltanto violenza. "Vi prego ragazzi, la loro morte non deve essere inutile. Avete due strade di fronte a voi da imboccare: nutrirvi del rancore o seminare nei vostri cuori, nei cuori dei vostri amici e di quelli delle vostre famiglie i semi di una speranza e di un'armonia. Ogni volta che provi rancore e odio, stai solo avvelenando te stesso, Vi prego, scegliete di stare dalla parte della vita, difendete la vita, amate la vita. Rifuggite ogni logica di violenza" ha detto il cardinale Battaglia. All'uscita dalla chiesa, le bare di Tullio e Giuseppe sono state salutate da un lungo applauso e da numerosi palloncini bianchi, che si sono librati nel cielo di Portici.
La famiglia di Palumbo chiede scusa a quelle di Tullio e Giuseppe
Come detto, in carcere per il duplice omicidio volontario di Tullio e Giuseppe c'è Vincenzo Palumbo, camionista di 53 anni. Oggi, la famiglia di Palumbo, la moglie e la figlia, ha scritto una lunga lettera ai famigliari dei due ragazzi, chiedendo scusa. "Nonostante l'enorme macigno che vivete, la sofferenza e la rabbia, spero che queste parole possano essere accolte, perché sono state dettate dal dolore e dalla vergogna per un gesto inspiegabile e imperdonabile" l'incipit della lettera in cui la famiglia di Palumbo chiede perdono.