Un presepe con due mamme e senza San Giuseppe nella chiesa di Capocastello a Mercogliano
Un presepe senza San Giuseppe e con due mamme: è l'idea avuta da don Vitaliano Della Sala, parroco della chiesa di San Pietro e Paolo, in località Capocastello a Mercogliano, nell'Avellinese. "Ci sono tanti modi di essere famiglia", ha spiegato il prelato. Don Vitaliano ha poi puntato il dito contro "il disprezzo, anche da parte di settori della Chiesa cattolica contro le “famiglie arcobaleno” e la loro condanna a prescindere, senza una discussione e un confronto serio e onesto, è la pennellata di tenebra che contribuisce a dipingere la notte del nostro tempo. Per questo", ha proseguito, "ci sono due mamme nel presepe: la luce del Natale quest’anno la vedo risplendere anche su queste famiglie colpite da critiche e condanne disumane e antievangeliche".
"Intorno all’esclusione si gioca moltissimo della sopravvivenza dignitosa di miliardi di esseri umani. Con il primato dell’economia abbiamo costruito un tipo di società che per sopravvivere ha bisogno di escludere, di respingere ai margini o in mare", ha aggiunto ancora Don Vitaliano, specificando che "l’esclusione non è praticata solo nell’ambito della società civile: anche la Chiesa non di rado pratica l’esclusione, relegando ai margini autentici testimoni di Gesù Cristo che urtano il potere, che battono vie nuove, quelle strade su cui subito prendono a camminare gli ultimi, i poveri di Dio, e sulle quali invece inciampano, scandalizzati, i benpensanti. Invece proprio la logica dell'inclusività è l’avvenire della Chiesa", ha concluso Don Vitaliano, "una Chiesa che non emargina, non usa la pesante scure del giudizio contro nessuno, una «Chiesa degli esclusi e non dell’esclusione» come diceva monsignor Gaillot, capace di accogliere, di portare tutti in seno".