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Un pacco di pasta pagato 300mila euro: la truffa del genero del boss sugli orologi di lusso

Luca Esposito, tra i 4 destinatari dell’ordinanza contro il clan Contini, è accusato di riciclaggio e di truffe nel commercio degli orologi preziosi.
A cura di Nico Falco
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Può capitare a chiunque di comprare qualcosa online e finire nelle mani di un truffatore che invece dell'oggetto spedisce una scatola vuota o magari piena di carta. Diversa cosa quando in ballo non ci sono pochi spiccioli ma cifre decisamente maggiori: oltre 300mila euro, che un imprenditore ha inviato tramite bonifico per acquistare 5 orologi preziosi per poi ricevere qualche pacco di pasta. Vicenda che risale al 2019 e che vede protagonista Luca Esposito, genero del boss Patrizio Bosti, tra i destinatari dell'ordinanza eseguita ieri da Polizia, Guardia di Finanza e Carabinieri: il giovane, secondo gli inquirenti, avrebbe riciclato enormi somme di denaro principalmente derivate dalle truffe su orologi di lusso.

Il tesoro da 10 milioni di euro in diamanti, contanti e orologi

Ieri, nel corso dell'esecuzione delle misure, è stato scoperto anche il tesoro di Esposito, nascosto in un caveau segreto ricavato nella sua abitazione di Pozzuoli, al confine con la zona di Agnano: dentro c'erano oltre 4 milioni di euro in contanti, insieme a gioielli, diamanti e 48 orologi di lusso per circa ulteriori 6 milioni di euro; trovato anche un accendino con incise le lettere P e B, iniziali del capoclan Patrizio Bosti. Il valore totale di quanto sequestrato è in corso di stima, ma per gli inquirenti è di almeno 10 milioni di euro. Esposito, si legge nell'ordinanza, avrebbe riciclato i soldi delle truffe tramite diverse società intestate a prestanome, facendo sparire i soldi con un giro di bonifici sui vari conti correnti.

La truffa della pasta invece degli orologi di lusso

Nell'ordinanza viene menzionata anche la truffa ai danni di un imprenditore indiano, titolare di una società che si occupa di commercio di gioielli e diamanti. La vittima aveva sporto denuncia presso i carabinieri di Como, raccontando che il 7 gennaio 2019 un suo collaboratore era andato a casa di Esposito, che per l'occasione si era presentato con un altro nome, per verificare l'autenticità di alcuni orologi da acquistare dopo una trattativa avvenuta via social.

L'8 gennaio c'era stato l'accredito di oltre 333mila euro. Esposito si era occupato della spedizione ma all'uomo, invece dei 5 orologi, erano arrivati dei pacchi di pasta. Gli inquirenti hanno ricostruito il percorso di quel denaro: circa 125mila euro erano stati trasferiti ad una società intestata a un conoscente di Esposito con causale "fattura telefonica" ed erano stati restituiti negli anni successivi; il resto, 208mila euro, erano invece stati trasferiti ad un'altra società, e da qui erano stati girati ad altre società ancora, considerate delle "cartiere" nelle disponibilità di Esposito.

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