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Un chilo di cocaina in auto, arrestati a Pianura il fratello del narcos Equabile e un complice

I due, del Rione Traiano, sono stati bloccati dalla Polizia in piazza San Giorgio, nel cofano dell’auto altri 100 grammi della stessa sostanza.
A cura di Nico Falco
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I poliziotti del commissariato Pianura li hanno intercettati in piazza San Giorgio, a pochi passi dal commissariato. Hanno notato uno dei due che scendeva e si allontanava velocemente, lo hanno bloccato e controllato: addosso aveva un involucro con 1,1 chili di cocaina, altri 105 grammi della stessa sostanza erano invece nascosti nel cofano dell'automobile. Sono così finiti in manette Giovanni Equabile, 25 anni, e Antonio Borsella, 22 anni, entrambi del Rione Traiano.

I due sono stati arrestati per detenzione di droga ai fini di spaccio; al 21enne, proprietario dell'automobile, sono state inoltre contestate due violazioni al Codice della Strada: il veicolo, che alla fine dell'operazione è stato sequestrato, era sprovvisto di assicurazione e non era stata effettuata la revisione periodica. Borsella, incensurato, è imparentato con personaggi di spicco del traffico di droga del Rione Traiano.

Arrestato il fratello del narcos Equabile

Giovanni Equabile, detto "Giovannino", che ha invece precedenti di polizia, è figlio di Domenico Equabile, oggetto negli anni scorsi di diversi tentativi di omicidio, e figlio di Arturo Equabile, il pregiudicato legato alla morte di Davide Bifolco, ucciso da un carabiniere nel 2014 al Rione Traiano: i militari erano sulle sue tracce quando incrociarono uno scooter con tre persone che alla loro vista tentò la fuga; durante l'inseguimento un proiettile partì dalla pistola del carabiniere e uccise il 17enne. Per quella vicenda il militare è stato condannato in appello a 2 anni con pena sospesa per omicidio colposo.

Arturo Equabile compare, insieme a diversi familiari, tra i destinatari dell'ordinanza cautelare eseguita dai carabinieri il 31 gennaio 2017: per gli inquirenti faceva parte a pieno titolo del sistema droga del Rione Traiano e anche la sua abitazione, così come altre, era stata trasformata in una delle piazze di spaccio attive nel complesso di edilizia popolare del quartiere napoletano di Soccavo.

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