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L'omicidio di Ugo Russo a Napoli

“Ugo Russo era devoto alla Madonna dell’Arco, ecco il perché dello stendardo”

Il Comitato Verità e Giustizia per Ugo Russo ha spiegato il motivo della presenza del vessillo con la fotografia del ragazzo, esibito durante i festeggiamenti di Pasqua a Napoli.
A cura di Nico Falco
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Il vessillo e una vecchia foto di Ugo Russo durante i festeggiamenti per la Madonna dell'Arco
Il vessillo e una vecchia foto di Ugo Russo durante i festeggiamenti per la Madonna dell'Arco
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Il Comitato Verità e Giustizia per Ugo Russo ha spiegato, con una nota, il motivo della presenza del vessillo con la foto del 15enne durante i festeggiamenti per la Pasqua. Lo stendardo era stato visto domenica sera, portato in processione da un piccolo gruppo di fedeli lungo il corso Umberto I, nel centro di Napoli, insieme ad immagini sacre e ad una statua del Cristo Risorto. L'accostamento aveva suscitato polemiche: il ragazzino è stato ucciso nel marzo 2020 da un carabiniere che stava cercando di rapinare. Il Comitato ha spiegato che non si è trattato di un tentativo di "santificare" il 15enne, pur sottolinenando che, di quella tragica notte, sono ancora diversi i punti oscuri e soprattutto non è ancora partito un processo per fare chiarezza sulla dinamica della morte.

Di seguito, il testo della nota diffusa dal Comitato:

Domenica 10 aprile Ugo Russo avrebbe compiuto 18 anni. In questa occasione la sezione della Madonna dell'Arco di piazza Parrocchiella di cui è stato attivo e devoto frequentatore fin dall'infanzia (come testimoniano le foto e come tutta la sua famiglia) ha realizzato uno stendardo per ricordarlo. Per ricordare Ugo e per rivendicare ancora Verità e Giustizia. Perché Ugo purtroppo avrà 15 anni per sempre, ucciso nella maledetta notte del 1 marzo 2020. Per questo a ricordarlo c'era anche la famiglia di Davide Bifolco, con lo stendardo della Madonna dell'Arco del rione Traiano che fu realizzato per Davide. Al netto di questo anche una situazione normalissima: nel culto popolare della Madonna dell'Arco sono migliaia gli stendardi e gli ex voto in ricordo di persone scomparse, ancor più se giovanissime, da parte di parenti, amici o anche direttamente di gruppi di "vattienti" se chi non c'è più frequentava assiduamente le loro iniziative legate al culto.
Questa mattina alcuni giornali e alcuni politici propongono invece nuove strumentalizzazioni e speculazioni diffamatorie persino su questo. Per loro del resto l'immagine di Ugo è inchiodata a quella notte e alle retoriche a buon mercato che impazzano sui media di fronte ai disastri di una condizione giovanile che interessa alle cronache (e alla politica istituzionale) solo quando diventa questione di ordine pubblico. Per chi lo amava e chi lo conosceva Ugo è invece in tutti gli altri giorni della sua vita. Ma se il dito indica la luna il pregiudizio guarda il dito: a differenza del quartiere, di tutte e tutti noi e della parte di città che non si è rassegnata al cinismo, quasi nessuno di questi giornali si chiede come mai le indagini per omicidio volontario sulla morte di Ugo non sono ancora terminate dopo ben più di due anni, perché non comincia finalmente il processo. Come se il caso di Stefano Cucchi e tanti, troppi altri non avessero insegnato niente…
Ci penseremo tutt* insieme a chiedercelo ancora. E ancora!

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