Ugo Russo, a un anno dalla morte attesa la decisione della magistratura sulla notte del 1 marzo 2020
È la notte del 1 marzo 2020 quando Ugo Russo, un ragazzo di 15 anni tenta una rapina insieme a un amico a via Orsini, a Napoli. Impugna una pistola che si rivelerà poi essere giocattolo e viaggia a bordo di un motorino. Il giorno successivo Ugo smetterà di essere il ragazzo cresciuto nel cuore dei Quartieri Spagnoli, per diventare un minorenne ucciso da colpi di pistola sparati da un carabiniere in borghese. Perché destino ha voluto che Ugo e il suo complice tentassero di rapinare il Rolex di un carabiniere che ha poi sparato. Il carabiniere è oggi indagato per omicidio volontario.
È passato un anno e ancora oggi la famiglia di Ugo, che ha da sempre condannato il gesto del ragazzo, chiede di sapere cosa sia accaduto quella notte. Poco dopo i fatti di sangue costati la vita al 15enne è infatti scoppiata l'epidemia da Covid -19, che ha reso più difficile il lavoro degli inquirenti. Nonostante questo però, come sottolinea uno degli avvocati a cui si sono affidati i genitori di Ugo, Domenico Di Donato, si sono completati degli atti irripetibili importantissimi a cui hanno partecipato anche i loro consulenti di parte. Si dovrebbe chiudere quindi, dopo un anno, la fase preliminare delle indagini per cui a giorni si attendono le determinazioni del Pubblico Ministero. In relazione a questi atti ci sono due possibilità: L'archiviazione o un'avviso di conclusione delle indagini preliminari, propedeutica a un rinvio a giudizio. L'avvocato sottolinea quanto rispetti, insieme ai suoi colleghi, il lavoro della magistratura. Una fiducia dimostrata anche dall'assenza di pressioni mediatiche, per un caso così delicato come quello della morte di Ugo Russo. Pronti, nel caso di un'archiviazione, a chiedere che la verità non sia negata a questa famiglia e al suo quartiere.
Intanto il padre di Ugo, Vincenzo Russo, ha nuovamente lanciato un appello per avere verità e giustizia per suo figlio, annunciando una manifestazione per sabato 27 febbraio. Esattamente un anno dopo la morte di suo figlio Ugo.