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Ucciso per il furto di un borsone di droga, 4 arresti. C’è anche il boss del Rione Traiano

Altri quattro arresti per l’agguato a Castelvolturno per punire un furto di droga; misura anche per il ras Mazzaccaro, capo della “99” del Rione Traiano.
A cura di Nico Falco
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Due chili e mezzo di cocaina e marijuana trovati in un giardino, il tentativo di ricattare la camorra per riconsegnarli, la risposta che arriva con un agguato che lascia a terra due persone, una senza vita e l'altra, che in questa storia non c'entrava nulla, ferita. Storia che nasce oltre un anno e mezzo fa, e che si arricchisce di particolari col passare del tempo: gli inquirenti hanno identificato altri protagonisti, anche questi legati al clan Sorianiello del Rione Traiano, e tra loro c'è Giuseppe Mazzaccaro, quello che viene considerato il boss della "99".

Sarebbero tutti coinvolti nell'agguato, che sarebbe stato eseguito per agevolare il gruppo "della 99", articolazione del clan Sorianiello. La vicenda risale al 10 settembre 2020, quando una batteria di camorra apre il fuoco contro alcuni uomini di origine nigeriana a Castel Volturno. Desmond Oviamwonyi viene ucciso, mentre viene ferito Morris Joe Iadhosa. Le indagini permettono di scoprire che quel raid è partito da lontano, è stato deciso ed eseguito dalla camorra del Rione Traiano, ed è stato messo a segno per punire un furto di droga.

Agguato a Castelvolturno, ucciso per avere rubato la droga del clan

Viene infatti fuori che qualche giorno prima Oviamwonyi e un altro connazionale, Leo Uwadiae, scampato all'agguato, avevano lavorato in un giardino del Rione Traiano. E che si erano trovati tra le mani un borsone che era stato lì nascosto dai Sorianiello. Dentro, mezzo chilo di cocaina e due chili di marijuana. I due l'avevano portato a Castel Volturno ma in poche ore il clan era arrivato a loro e aveva preteso la restituzione.

I Sorianiello erano andati una prima volta a Castel Volturno, ma senza trovarli. Quando li avevano rintracciati c'era stata la richiesta di denaro: i due avevano chiesto 40mila euro per la restituzione del borsone. Gli uomini del clan avevano finto di accettare ma all'incontro per la consegna si erano presentati armati. E, quando la coppia aveva preteso di avere i soldi prima di restituire la droga, avevano cominciato a sparare.

Agguato a Castelvolturno, misura per il boss dei Sorianiello

Le prime misure cautelari erano arrivate nell'aprile 2021, su ordinanza emessa dal gip su richiesta della Dda. I provvedimenti restrittivi eseguiti ieri mattina dai carabinieri del Comando Provinciale di Napoli e del Reparto Territoriale di Mondragone (Caserta) sono stati disposti lo scorso 19 aprile dal Riesame (in accoglimento dell'appello proposto dalla Direzione Distrettuale Antimafia).

Le nuove misure riguardano Simone Cimarelli, 25 anni, ed Emanuele Bevilacqua, già sottoposti a misura per omicidio e tentato omicidio e ora accusati anche di tentata detenzione ai fini di spaccio di droga; Antonio Marra, 31 anni, ritenuto responsabile di tentata detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti; Giuseppe Mazzaccaro, 43 anni, considerato reggente del clan Sorianiello, raggiunto da misura cautelare in carcere per omicidio, tentato omicidio, porto e detenzione illegale di armi e detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti.

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