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Ucciso la notte di Pasqua davanti allo stadio Maradona, si cercano immagini delle telecamere in zona

Si indaga sull’omicidio di Enrico Marmoreo, freddato da 8 colpi di pistola a Fuorigrotta. Si cercano immagini dagli impianti di videosorveglianza della zona.
A cura di Giuseppe Cozzolino
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Enrico Marmoreo
Enrico Marmoreo

Aveva solo 25 anni Enrico Marmoreo, l'uomo ucciso a colpi di pistola davanti allo stadio Diego Armando Maradona di Napoli la notte di Pasqua, ma era già noto alle forze dell'ordine. Marmoreo è stato freddato da otto colpi di pistola mentre si trovava in auto: stava rientrando a casa, dalla compagna e dalla figlia di pochi anni d'età. I colpi che non gli hanno lasciato scampo: è morto nella sua 500 Fiat, dove è stato trovato dai carabinieri di Bagnoli. Gli inquirenti stanno cercando di acquisire le immagini delle telecamere in zona, alla ricerca di nuovi indizi sull'agguato.

Chi era Enrico Marmoreo

Enrico Marmoreo, 25 anni, era un soggetto già noto alle forze dell'ordine: nel 2015 era stato arrestato dopo che era stato trovato in possesso di tre chili di droga. Gli inquirenti non si sbilanciano, ma si pensa che potesse essere uno dei boss emergenti del quartiere di Fuorigrotta: Marmoreo era originario della vicina Pianura, e sarebbe ritenuto vicino al clan Calone-Marsicano-Esposito, in contrasto con i Bianco-Baratto. L'omicidio potrebbe dunque rientrare nell'ambito della faida tra i Troncone e i Iadonisi-Cesi, in guerra per il controllo di Fuorigrotta. Solo ipotesi per ora, ma tutte sulla scrivania degli inquirenti.

Il luogo dell'omicidio di Enrico Marmoreo a Fuorigrotta
Il luogo dell'omicidio di Enrico Marmoreo a Fuorigrotta

Nicola Morra: "Traffico e spaccio emergenza vergognosa"

Sull'omicidio Marmoreo è intervenuto anche Nicola Morra, presidente della Commissione Parlamentare Antimafia, che ha indicato nella "tossicodipendenza, traffico e spaccio di sostanze stupefacenti" una vera e propria emergenza:

Che si muoia la notte di Pasqua per questioni di spaccio di droga è di una tristezza immensa, infinita. Immagino la famiglia della vittima essere straziata, ma è tutto l'anno, tutti i 365 giorni, che chi entra in un certo mondo rischia. E questo lo sanno anche i familiari, le compagne, gli amici, che vivono le notti ed i giorni in continua apprensione. Ma essere ammazzati e finire la propria esistenza in un giorno che celebra non la morte, ma la resurrezione, è ancora più triste. C'è un'emergenza vergognosa che si chiama tossicodipendenza, traffico e spaccio di sostanze stupefacenti, e le persone ci muoiono, ma noi, spesso, non ce ne accorgiamo. Eppure, anche se a morire sono soggetti coinvolti nel traffico, la questione deve interessare tutti noi.

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