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Ucciso in un agguato a Ponticelli, parenti tentano assalto all’ospedale del Mare: fermati dalle forze dell’ordine

Le forze dell’ordine presenti all’ospedale del Mare hanno tenuto sotto controllo la situazione, evitando che i parenti della vittima potessero assaltare il Pronto Soccorso.
A cura di Valerio Papadia
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Enrico Capozzi, ucciso in un agguato a Ponticelli
Enrico Capozzi, ucciso in un agguato a Ponticelli

Non c'è stata nessuna aggressione, nessun assalto al Pronto Soccorso dell'ospedale del Mare di Napoli da parte dei parenti di Enrico Capozzi, il 36enne ucciso in un agguato nella serata di ieri, giovedì 9 gennaio, a Ponticelli, periferia orientale della città. A dichiararlo, in una nota, è l'Asl Napoli 1 Centro, che dà notizia della presenza dei parenti della vittima in ospedale, ma rende altresì noto di come la situazione sia stata tenuta sotto controllo dalle forze dell'ordine presenti, che hanno evitato si potesse sfociare in un'aggressione ai danni del personale sanitario o in un assalto ai locali del Pronto Soccorso.

Da quanto si apprende, parenti e conoscenti di Capozzi hanno manifestato rabbia e dolore per la morte del 36enne, arrivando anche a tentare di accedere al Pronto Soccorso, circostanza che è stata però impedita dalle forze dell'ordine. Pertanto, non si sono registrati né feriti né danni ai locali del nosocomio partenopeo.

"Grazie alla professionalità e alla presenza delle donne e degli uomini delle forze dell’ordine la situazione è sempre stata sotto controllo" ha dichiarato, nella nota, Ciro Verdoliva, direttore generale dell'Asl Napoli 1 Centro. "Così come è bene denunciare e stigmatizzare ogni atto di violenza – prosegue Verdoliva – è necessario anche riconoscere il valore del lavoro svolto per contrastare le aggressioni. I fatti devono essere rappresentati per quelli che sono, soprattutto in un contesto che vede forti tensioni sociali e difficoltà".

"Un lavoro difficile – conclude il direttore dell'Asl Napoli 1 Centro – svolto con un senso del dovere che merita la riconoscenza di tute le donne e di tutti gli uomini che nell’Azienda – che ho l’onore e l’onere di dirigere – tutti i giorni sono impegnati nell’essere una squadra al
lavoro per garantire salute".

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