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Ucciso e decapitato dal fratello a Pannarano, sequestrato il cellulare della vittima

Sequestrato il cellulare di Annibale Miarelli, il 68enne ucciso e decapitato dal fratello 57enne Benito a Pannarano il 4 luglio scorso.
A cura di Pierluigi Frattasi
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Immagine di repertorio
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Sequestrato il cellulare di Annibale Miarelli, il 68enne ucciso e decapitato dal fratello 57enne Benito a Pannarano, in provincia di Benevento, il 4 luglio scorso. Il sostituto procuratore di Benevento Maria Amalia Capitanio, che sta coordinando le indagini sull'omicidio, ha disposto il sequestro del telefono cellulare della vittima e affidato l'incarico a un tecnico per la copia forense.

Le indagini sull'omicidio

L'avvocato Teodoro Reppucci, che assiste il reo confesso Benito Miarelli, ha deciso di non nominare un proprio consulente. Il telefono dell'indagato invece era già stato sequestrato negli scorsi giorni. Secondo le prime ricostruzioni, il 57enne Benito avrebbe ucciso il fratello a colpi d'ascia nella notte tra il 3 e 4 luglio scorsi. Dopo averlo decapitato, avrebbe lanciato la testa dal balcone di casa. Poi, sarebbe sceso in strada e qui l'avrebbero trovato i carabinieri, con la testa del fratello tra le mani. Sarebbe stato proprio l'omicida ad avvisare le forze dell'ordine.

L'autopsia sul corpo della vittima

All'inizio di questa settimana si è svolta l'autopsia sul cadavere del morto. Annibale Miarelli era un ex operaio. Per anni aveva lavorato a Roma, in una ditta di montaggio infissi di alluminio. Rimasto solo, dopo la morte del figlio e della moglie, aveva deciso di tornare a Pannarano, al confine tra le province di Avellino e Benevento, nella casa di famiglia dove viveva il fratello Benito. Si era così trasferito nella casa di famiglia, un edificio di 3 piani in via Piano, una stradina nella periferia del paese. Ma la convivenza tra i due fratelli si era rivelata difficile. Benito, disoccupato che si arrangiava con lavoretti, avrebbe avuto anche problemi di alcol.

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