Ucciso davanti al figlio di 11 anni, le indagini sui contrasti tra clan del centro di Napoli
L'omicidio di Luigi Procopio, il 45enne ucciso ieri alla Duchesca davanti al figlio di 11 anni, potrebbe collocarsi in una riapertura dei contrasti, più violenta, tra clan e gruppi criminali attivi in zona. Si tratta al momento di una ipotesi investigativa, ma le modalità dell'omicidio suggeriscono che sia maturato in ambiti di camorra: uno o più killer che arrivano armati, esplodono numerosi colpi verso il bersaglio senza preoccuparsi del ragazzino a un passo, e si dileguano contando sull'omertà.
Omicidio tra la folla alla Duchesca
Procopio, volto noto alle forze dell'ordine e con alcuni precedenti per truffa, reati contro il patrimonio e stalking, era già scampato ad un agguato due anni fa, nel 2022: mentre era in auto all'altezza dell'Orto Botanico esplosero almeno sei colpi di pistola contro di lui, le pallottole si conficcarono nella carrozzeria e rimase illeso. Ieri, intorno alle 16.30, era in vico VII Duchesca, a pochi passi dalla stazione Centrale di Napoli, nella zona della Duchesca, mano nella mano col figlio.
Probabilmente i killer, arrivati anche loro a piedi, lo tenevano d'occhio, conoscevano i suoi movimenti. Hanno sparato almeno sei colpi, cinque dei quali a segno. E sono fuggiti. Non è escluso che abbiano agito a volto scoperto, sia per non attirare l'attenzione tra i passanti prima dell'omicidio, sia perché sapevano che in quella strada non ci sono telecamere di videosorveglianza.
I contatti tra Procopio e il clan Mazzarella
Il nome di Luigi Procopio compare in una indagine di alcuni anni fa sulla camorra del centro storico. In particolare, fa riferimento a lui Carmine Botta, ai vertici del clan Contini di cui è stato ritenuto anche il reggente. Intercettato, l'uomo dà indicazioni perché Procopio, indicato nei dialoghi come appartenente al clan Mazzarella, venga convocato a San Giovanniello, nella roccaforte del clan, per motivi che riguardano un nuovo affare tra i due gruppi criminali.