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Ucciso a Casalnuovo, l’assassino chiede perdono alla famiglia di Simone: “Pronto a pagare”

Domenico Iossa, il 18enne reo confesso per l’omicidio del 19enne a Casalnuovo (Napoli), ha scritto una lettera alla famiglia di Simone Frascogna per chiedere perdono. Il giovane fu accoltellato a morte la sera del 3 novembre dopo una lite nata per motivi di viabilità sul corso Umberto I, la strada principale del comune del Napoletano.
A cura di Nico Falco
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La vittima, Simone Frascogna
La vittima, Simone Frascogna

Domenico Iossa Junior, il carrozziere 18enne di Acerra (Napoli) reo confesso per l'omicidio del 19enne Simone Frascogna, davanti al gip di Napoli Sebastiano Napolitano e al suo difensore, l'avvocato Antonio Iorio, ha scritto una lettera alla famiglia della vittima in cui ha chiesto scusa e si è detto distrutto per quello che ha commesso e pronto ad assumersi le sue responsabilità. L'omicidio risale alla sera del 3 novembre. Simone Frascogna era in macchina con un amico 18enne, i due avevano incrociato la vettura in cui c'erano Iossa e altri due ragazzi minorenni.

Una banale discussione per una precedenza mancata aveva portato a un primo litigio, risoltosi con qualche insulto. Poco dopo, però, il 19enne si era fermato sul corso Umberto I di Casalnuovo (Napoli) per aspettare un altro amico; i tre avevano parcheggiato subito davanti, erano scesi ed avevano aggredito la coppia. Simone si era difeso ma era stato accoltellato: diversi fendenti al torace che non gli hanno lasciato scampo, è deceduto poco dopo, durante il trasporto in ospedale. La scena era stata ripresa da alcune telecamere di videosorveglianza. I due minorenni erano stati rintracciati dai carabinieri in poco tempo, Iossa si era consegnato in caserma all'alba accompagnato dal suo legale; i tre sono accusati di omicidio e di tentato omicidio.

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Ucciso a Casalnuovo, l'assassino scrive alla famiglia di Simone

"Io sottoscritto Domenico Iossa Junior – si legge nella lettera scritta dal 18enne e indirizzata alla famiglia Frascogna – voglio dire che da quella sera anche io, per un verso, non vivo più. Non vi sono parole per farvi comprendere come io stia male, non riesco a sopportare il peso di avere tolto la vita a un giovane ragazzo come me. Non ho mai commesso reati in vita mia, ho sempre  lavorato da quando avevo 13 anni, il mio amore era ed è fare il carrozziere. Ormai anche io non vivo più dentro di me. Voglio chiedere pubblicamente scusa alla famiglia di Simone, vi chiedo immensamente scusa, vorrei tanto tornare indietro e non fare ciò che invece ho fatto. Ho sbagliato e sono pronto a pagare, sono tre giorni che non mangio e che non bevo perché non riesco sopportare il peso di avere tolto la vita ad un mio coetaneo. Chiedo ancora scusa alla famiglia di Simone. Io, non ho mai scelto una vita di strada".

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