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Uccise il figlio a Torre del Greco, la nuova perizia conferma: “incapace di intendere e di volere”

La 42enne del Napoletano, sotto processo per omicidio, venne trovata nel gennaio 2022 in spiaggia col cadavere del bimbo tra le braccia.
A cura di Nico Falco
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Adalgisa Gamba
Adalgisa Gamba

Adalgisa Gamba era incapace di intendere e di volere a causa di una psicosi quando uccise il figlio di due anni e mezzo a Torre del Greco, in provincia di Napoli, e probabilmente si sarebbe suicidata subito dopo se non fosse stata fermata. È la conclusione a cui sono giunti i periti nominati dalla prima sezione penale della Corte di Assise di Napoli (presieduta dal giudice Teresa Annunziata), davanti alla quale la donna è sotto processo per omicidio. La nuova perizia, firmata dai professori Giuseppe Sartori, Pietro Pietrini e Stefano Ferracuti, sarà oggetto di discussione nella prossima udienza, fissata per mercoledì, 15 maggio.

Era il 2 gennaio 2022, la 42enne venne notata mentre era nello specchio d'acqua antistante la spiaggia, tra le braccia aveva il corpo ormai senza vita del bambino. Dalle indagini era poi emerso che la donna era convinta che il figlio fosse autistico, "diagnosi" a cui era arrivata dopo aver letto dei siti Internet, ed era stato ipotizzato che proprio questo fosse il motivo che l'avrebbe spinta a ucciderlo. Adalgisa Gamba era stata sottoposta ad una prima perizia psichiatrica, con la quale era stata giudicata anche allora "incapace di intendere e di volere" ma in grado di sostenere il processo.

Secondo i professori che hanno firmato la nuova perizia l'imputata "mantiene un grado di pericolosità sociale che non può essere considerato elevato", e la sua situazione non richiederebbe l'internamento in una REMS (residenza per l'esecuzione di misure di sicurezza) ma potrebbe essere gestita dal Dipartimento di Salute Mentale del territorio.

Nelle conclusioni, scrivono i periti, "riteniamo che all'epoca dei fatti per i quali è a processo la signora Adalgisa Gamba fosse in condizioni tali da escludere la capacità di intendere e di volere per la presenza di una psicosi reattiva breve, patologia con valore di malattia in senso medico legale e tale da avere condotto a una condizione mentale dove l'atto omicidiario si è posto come manifestazione epifenomenica del disturbo mentale del soggetto che, peraltro, molto probabilmente i sarebbe concluso con un concomitante suicidio".

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