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Uccise il figlio a Torre del Greco, il marito di Adalgisa Gamba: “È un mostro, la vogliono far passare per santa”

La donna sotto processo per l’omicidio del figlio, soffocato in mare a Torre del Greco. La consulente della difesa: “Famiglia se ne è lavata le mani”.
A cura di Nico Falco
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Adalgisa Gamba
Adalgisa Gamba

"Non ha avuto il coraggio di abortire e l'ha ucciso dopo. È un diavolo, un mostro, che ha ingannato me, mio figlio e anche i periti". Così, in tribunale, il marito di Adalgisa Gamba, la donna sotto processo per l'omicidio del figlio di due anni e mezzo, soffocato in mare a Torre del Greco il 2 gennaio 2022. Oggi i tre periti indicati dalla Procura, nell'aula 115 del Palazzo di Giustizia, hanno illustrato le conclusioni della loro relazione che indica l'imputata "incapace di intendere e di volere".

Il marito di Adalgisa Gamba: "È un mostro"

"La vogliono far passare per santa ma è un mostro", ha detto il marito della donna. Per i periti Adalgisa Gamba ha iniziato a soffrire della psicosi che l'ha resa incapace di intendere e di volere quando è rimasta incinta del secondo figlio: "La nascita del secondogenito aveva significato per la donna sfidare la sorte: riteneva che le fosse già andata bene la prima volta", con la nascita della bambina, che ora vive col padre e la nonna materna.

La preoccupazione che il bambino fosse autistico era emersa anche nella fase delle indagini ed era stato accertato che Adalgisa Gamba aveva sottoposto il piccolo a diverse visite, sicura che sarebbe arrivata una diagnosi che, però, non era stata mai formulata; la donna temeva che il piccolo potesse avere dei problemi mentali come il padre e la madre, quest'ultimo ricoverato in una casa di cura psichiatrica. "Va ricordato – hanno proseguito i periti – che il 3 gennaio, cioè il giorno dopo l'omicidio del bimbo, era in programma la visita con il pediatra che, secondo la donna, avrebbe sancito definitivamente la malattia del secondogenito".

La consulente della difesa: "Famiglia se ne è lavata le mani"

Alessandra Bramante, consulente dell'avvocato Salvatore Del Giudice, legale di Adalgisa Gamba, ha evidenziato che nessuno, nella cerchia familiare, si era accorto delle condizioni mentali della donna:

Quando muore un bambino la società in primis e la famiglia si devono sempre mettere in discussione: un bambino non è solo di una madre ma è di un padre e di una madre. E se una madre sta talmente male da non essere in grado di occuparsene la responsabilità non è solo sua.

La consulente, che ha ricoperto lo stesso ruolo anche per l'avvocato che ha difeso Alessia Pifferi, condannata all'ergastolo qualche giorno fa, rispondendo alle domande dei giornalisti ha parlato di quella che ritiene essere una analogia tra i due casi: "la famiglia se ne è lavata completamente le mani, si è dimenticata di queste persone, non si è ritenuta responsabile". Inoltre, ha continuato, non c'è stato nessun tentativo di capire il dramma di Adalgisa Gamba:

Ho visto mariti che hanno chiaramente detto ‘io vicino a te non voglio più stare, perché quello che hai fatto a mio figlio è intollerabile, ma poi hanno cercato di capire. Non si sono costituiti parte civile per far vedere che non avevano nessuna responsabilità.

La consulente ha infine ricordato un episodio che l'ha colpita:

La prima volta che ho visto la signora, credo 15 giorni dopo l'omicidio: mi ha detto ‘io sto meglio qua che a casa': evidentemente a casa sua c'era l'inferno. Perché lei, con questa situazione del bambino (che potesse essere malato come la madre e il padre), stava vivendo l'inferno. Era convinta che ormai non valeva più la pena di vivere.

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