Turista stuprata a Napoli, il titolare della spritzeria si difende: “Era consenziente”
Quello consumato nel bagno del locale non sarebbe stato uno stupro ma un rapporto sessuale consenziente. Si è difeso così il giovane titolare della spritzeria del centro di Napoli finito ai domiciliari con l'accusa di avere violentato una cliente, una turista straniera.
Il ragazzo è stato ascoltato oggi dai magistrati e ha negato gli addebiti, ammettendo il rapporto ma descrivendo modalità diverse da quelle raccontate dalla turista. L'indagato resta agli arresti domiciliari; il suo avvocato difensore, Roberto Saccomanno, non aveva chiesto la revoca né l'attenuazione della misura. Il giudice ha disposto ulteriori indagini e la secretazione del verbale.
I fatti contestati risalgono allo scorso luglio. La ragazza, in vacanza a Napoli con un'amica, si era fermata a bere nel locale. Quando era andata in bagno, aveva raccontato nella denuncia sporta ai carabinieri, il giovane che poco prima aveva servito da bere l'aveva raggiunta e costretta a un rapporto sessuale. Subito dopo la ragazza aveva chiesto aiuto all'amica e aveva contattato le forze dell'ordine; era stata poi accompagnata in ospedale e sottoposta alla visita ginecologica, dalla quale erano emerse delle escoriazioni, e le era stato effettuato il tampone per repertare tracce di DNA estraneo.
Fondamentale per la misura emessa nei confronti dell'imprenditore è stato l'esito del test del DNA: il suo è stato ricavato da un bicchiere e una gomma da masticare ed è stato comparato con le tracce di quello maschile trovato sul corpo e sugli indumenti intimi della ragazza; il perito ha rilevato una corrispondenza non totale ma sufficiente per sostenere che quel DNA corrispondesse al lato maschile della famiglia dell'indagato.