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Sequestrata la Pizzeria Dal Presidente a Napoli, camorra e riciclaggio: così il clan Contini divorava imprese

Turismo, panificazione, pizzeria: così il clan Contini riciclava i soldi. Sequestrata la pizzeria “dal Presidente” di via Tribunali. Arrestato poliziotto.
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Alcuni pacchi di soldi sequestrati dalla Finanza
Alcuni pacchi di soldi sequestrati dalla Finanza

Ristorazione, panifici, servizi turistici. Il clan Contini è uno dei gruppi storici della camorra di Napoli. Continua a stare a galla cambiando pelle periodicamente. È in grado di farlo perché sa come si muove la città, fiuta gli affari attuali e quelli in divenire. Il sodalizio creato da Eduardo ‘o Romano,  colonna, insieme ai clan Licciardi di Secondigliano e Mallardo di Giugliano, della cosiddetta "Alleanza di Secondigliano", si stava muovendo in quello che potremmo definire  l'oro della Napoli di oggi: turismo, ristorazione e produzione di cibo.

Procura della Repubblica di Napoli, Guardia di Finanza e Squadra mobile della Questura di Napoli, hanno indagato, calato la rete, atteso. Alla fine, hanno tirato i fili e oggi hanno eseguito un’ordinanza di misure cautelari personali emessa dal Gip del Tribunale di Napoli, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia. Nel mirino della legge cinque persone, tre sottoposte alla custodia cautelare in carcere e due agli arresti domiciliari. Sono gravemente indiziati dei reati di trasferimento fraudolento di valori e autoriciclaggio, aggravati dal metodo mafioso con la finalità di agevolare il clan.

Qual è l'obiettivo di un clan di camorra che trae linfa vitale dalle attività illecite? Riciclare quel denaro che puzza di droga e tramutarlo in reddito di attività legali. E quali sono le attività che a Napoli "tirano"? Immobiliare, ristorazione e turismo. L'attività investigativa ha permesso di accertare l’intestazione fittizia di due società nel settore della ristorazione e panificazione. L'obiettivo del clan era guadagnare e sostenere i «fratelli ingiustamente carcerati» con le rispettive famiglie. 

I soldi alle famiglie dei carcerati, la cosiddetta "mesata" – è la vecchia lezione della camorra anni Ottanta, quella di Raffaele Cutolo e della Nco – sono fondamentali. Quel denaro fa sì che non si recida mai l'interdipendenza degli affiliati alla "casa madre". Quel sostentamento è un tappo sulla bocca della manovalanza criminale: massima omertà, mai pentirsi. Fortunatamente non è sempre così.

La pizzeria Dal Presidente in via dei Tribunali a Napoli
La pizzeria Dal Presidente in via dei Tribunali a Napoli

Sotto sequestro la Pizzeria dal Presidente

Torniamo all'inchiesta: l'impresa di ristorazione, operante nel centro storico di Napoli, sarebbe stata acquistata – dicono le indagini di Procura, Finanza e Polizia – grazie all’apporto economico e alla "protezione" fornita da un esponente di spicco del clan, alla cui famiglia sarebbe stata destinata una parte dei guadagni anche dopo la sua detenzione per traffico di sostanze stupefacenti.

Lo choc è nello scorrere i nomi delle società nel mirino: quella denominata "La regina dei Tribunali" è la società a resposabilità limitate che gestisce la notissima pizzeria del centro storico di Napoli "dal Presidente", che si trova in via dei Tribunali, ritenuta riconducibile al clan Contini. La storica pizzeria dei Decumani è stata sequestrata dai finanzieri, insieme ad altri beni. Arrestato Massimiliano Di Caprio, 50 anni, direttore dello storico locale.

Inquirenti e forze dell'ordine hanno indagato anche sul "grafo sociale" emerso sui social network. A suon di commenti e condivisioni sono emersi alcuni elementi: la società sequestrata era gestita, di fatto, da Di Caprio, cognato del detenuto Vincenzo Capozzoli, alias ‘a miseria, ritenuto organico ai Contini. Di Caprio – nel corso del biennio 2020/2021 – si sarebbe poi smarcato dalla joint venture criminale avviando una nuova attività nel campo della panificazione e della vendita di prodotti da forno.

Le indagini, consolidate dalle dichiarazioni di collaboratori di giustizia, avrebbero consentito di appurare anche la fasulla intestazione di un'impresa individuale operante nel settore dei servizi turistici. Qui invece è andata diversamente: il precedente titolare – questo dicono le indagini – sarebbe stato costretto a dismettere con minacce, percosse e intimidazioni. Infine ci sono sette immobili di pregio a Napoli a completare il tesoretto.

Anche un poliziotto tra gli arrestati

C'è un poliziotto, fino a oggi in forza alla Stradale di Avellino, tra le cinque persone arrestate. L'agente è ai domiciliari, è stato arrestato dai finanzieri e dalla Squadra Mobile di Napoli. Gli viene contestata l'intestazione fittizia di una società per la produzione e vendita di prodotti da forno. 

Gli indagati avrebbero riciclato 412mila euro tra ristorazione e immobili

Gli indagati avrebbero reimpiegato nelle società di ristorazione e panificazione e nell’acquisto di beni immobili 412mila euro, versati in contanti, con ripetute operazioni sui conti societari e personali. Questo denaro è stato sottoposto a sequestro, insieme alle quote delle società, all’impresa individuale e agli immobili. Il tutto per un valore complessivo di oltre 3,5 milioni di euro.

Il provvedimento eseguito – specifica la nota della Procura – è una misura cautelare disposta in sede di indagini preliminari avverso cui sono ammessi mezzi di impugnazione, e i relativi destinatari sono persone sottoposta ad indagini e, quindi, presunti innocenti fino a sentenza definitiva.

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