Tumore da 10 cm asportato dall’esofago al “Fucito”: organo salvato con tecnica giapponese
Un tumore da dieci centimetri, che occupava quasi totalmente l'esofago, è stato asportato ad un paziente di 60 anni nell'ospedale "Fucito" di Mercato San Severino (Salerno); per l'operazione, che solitamente prevede un intervento demolitivo con asportazione completa dell'organo, è stata utilizzata una avanzata e innovativa tecnica giapponese che ha permesso di ridurre le complicanze e i rischi per l'uomo. Il paziente sta rapidamente migliorando, può già assumere cibi solidi e dovrà seguire un periodo di follow up mensile per valutare l'insorgenza di complicanze tardive e, eventualmente, trattarle con metodiche mini-invasive.
Il tipo di operazione, una dissezione endoscopica sottomucosa (Endoscopic Submucosal Dissection, ESD), viene comunemente eseguito in Giappone per il trattamento dei tumori dello stomaco ma in occidente viene usato soltanto nei centri endoscopici di riferimento, come l'Unità Operativa Complessa di Endoscopia digestiva del "Fucito". L'intervento è durato quasi tre ore ed è stato eseguito dal dirigente medico Mario Gagliardi col supporto dell'equipe anestesiologica di Giuseppe Terraciano e dell'Uoc di Chirurgia generale diretta da professore Umberto Bracale.
L'utilizzo di questa tecnica ha un impatto positivo su più fronti, come spiega Claudio Zulli, attuale responsabile della Uoc di Endoscopia digestiva: "L'introduzione di questa procedura ha diversi vantaggi in termini di prognosi piu' precise e dettagliate, con notevole riduzione dei tempi e dei costi dei ricoveri e, soprattutto, evita ai pazienti di sottoporsi ad operazioni chirurgiche invasive e non prive di rischi".
Nel caso del 60enne il tumore squamoso dell'esofago interessava quasi totalmente la circonferenza ed era esteso per circa 10 centimetri. La tecnica standard prevede la rimozione dell'organo, con una serie di conseguenze successive ed alto rischio complicanze per il paziente. Al contrario, quella utilizzata nel Fucito consente di asportare lesioni tumorali di vaste dimensioni senza ricorrere a operazioni chirurgiche invasive e rende possibile una valutazione anatomopatologica accurata per stabilire gli esiti della procedura. Spiega Gagliardi:
Con la Esd siamo riusciti a preservare l'organo, evitando al paziente di essere sottoposto all'asportazione completa dell'esofago. La nostra unità dispone infatti di mini-bisturi, con i quali abbiamo iniettato una sostanza nella sottomucosa che ha scollato la lesione dallo strato muscolare dell'esofago, consentendo quindi una incisione e successiva dissezione del tumore senza danneggiare i livelli più profondi, preservando cioè l'integrità dell'organo, garantendone la collocazione nella sede naturale, con asportazione diretta del tumore, di tutta la circonferenza dell'esofago, e di 15 centimetri dell'esofago stesso, per assicurare la radicalità chirurgica.