Tullio e Giuseppe uccisi a Ercolano, l’avvocato: “Ammazzati senza pietà”. Sentenza il 15 marzo
Il prossimo 15 marzo verrà emessa la sentenza del processo a carico di Vincenzo Palumbo, il camionista imputato per duplice omicidio volontario aggravato per la morte di Giuseppe Fusella e Tullio Pagliaro, i due studenti uccisi ad Ercolano a colpi di pistola nella notte tra il 28 e il 29 ottobre 2021. I ragazzi si erano fermati nei pressi dell'abitazione dell'uomo, che aveva sparato verso la loro automobile. Durante l'udienza, che si è tenuta ieri nell'aula 115 del Nuovo Palazzo di Giustizia, l'avvocato Maurizio Capozzo, legale della famiglia Pagliaro, ha sottolineato le modalità del duplice omicidio e, riferendosi a Palumbo, ha parlato di "un soggetto sano che ha avuto una reazione abnorme", animato "unicamente dalla volontà di lavare l'onta" di un furto subito il mese prima in casa.
La tesi del legale, sostenuta anche dal collega del collegio difensivo, Gennaro Bartolino, che difende la famiglia Fusella, è che Palumbo non abbia sparato per spaventare quelli che riteneva fossero ladri, ma con l'intenzione di uccidere. Capozzo, che nei giorni scorsi ha consegnato alla Corte di Assise una ampia e dettagliata memoria, ha ricordato nel corso della sua arringa che il 53enne sapeva usare le armi, in quanto in possesso di un porto d'armi per la caccia e di uno per uso sportivo, e che " è abituato a sparare a bersagli in movimento, a una quaglia che vola", quindi "sapeva certamente che sparare così come ha fatto significava uccidere".
Inoltre, il legale si è soffermato sul comportamento dell'imputato nei momenti immediatamente successivi. Ha evidenziato che, dopo aver sparato contro la Fiat Panda, colpendo prima il ragazzo alla guida e subito dopo l'altro, non li ha soccorsi. "Palumbo ha distrutto le famiglie delle sue vittime, ma anche la sua – ha concluso – e una pena esemplare non significa che la società si è vendicata".