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Truffa del finto incidente a Qualiano, criminali scappano ma vanno a minacciare la vittima a casa

Due giovani di Villaricca (Napoli) sono stati arrestati per tentata estorsione: avevano tentato la truffa del finto incidente a Qualiano e preteso denaro da un automobilista, che però aveva chiamato i carabinieri; il giorno dopo i due si erano presentati in casa della vittima con fare minaccioso chiedendo di nuovo di venire risarciti.
A cura di Nico Falco
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Immagine di repertorio
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Avevano tentato la truffa del finto incidente a Qualiano, in provincia di Napoli, simulando un danno all'automobile e chiedendo di venire risarciti sul posto. La vittima si era però accorta del raggiro e aveva chiamato i carabinieri, mettendoli in fuga. E loro non si erano arresi: avevano rintracciato l'uomo e il giorno dopo si erano presentati a casa sua, per minacciarlo di nuovo e chiedergli i soldi.

In conclusione delle indagini sono finiti in manette, e sottoposti agli arresti domiciliari, due giovani di Villaricca, entrambi pregiudicati; si tratta di Crescenzo Basile, 28 anni, e Salvatore Junior Gentile, 29 anni, sono accusati di tentata estorsione. I due sono stati bloccati dai carabinieri della stazione di Qualiano, in esecuzione di un provvedimento emesso dal Tribunale di Napoli Nord. Secondo quanto appurato dai militari la coppia, il 20 agosto scorso, aveva preso di mira un automobilista in via Giacinto Gigante, a Qualiano. I due, a bordo di un'utilitaria, avevano finto un incidente con un altro automobilista; avevano poi rincorso l'uomo, lo avevano costretto a fermarsi e lo avevano minacciato, pretendendo un risarcimento immediato per il danno che sostenevano avesse causato.

Il malcapitato si era rifiutato di pagare e aveva invece chiamato i carabinieri, mossa che aveva causato immediatamente la fuga di Gentile e Basile. I due, però, non avevano ceduto. Erano tornati alla carica il giorno successivo, con nuove minacce: erano in qualche modo riusciti a sapere dove abitava e si erano presentati in casa sua, pretendendo ancora che pagasse. Nemmeno in quella circostanza la vittima aveva ceduto: aveva nuovamente chiamato i carabinieri, facendo partire le indagini che hanno portato alle manette.

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