Triplice tentato omicidio ai Banchi Nuovi dopo una lite tra ragazzi: 6 fermati
Una spedizione punitiva, organizzata nei dettagli: c'era chi aveva pianificato, chi materialmente aveva sparato, chi aveva fornito supporto e aveva nascosto i killer. Ricostruzione degli investigatori dietro il raid messo a segno contro tre ragazzi in largo Banco Nuovi, zona Decumani, nel centro storico di Napoli, e nel quale due giovani erano stati feriti, uno di questi in maniera grave. Oggi sono scattati i fermi, eseguiti dalla Polizia di Stato: i 6 indagati sono accusati, a vario titolo, di tentato triplice omicidio, porto e detenzione di armi da fuoco, reati tutti aggravanti dalle modalità mafiose; alcuni tra loro hanno legami di parentela con detenuti ritenuti ai vertici dei clan dei Quartieri Spagnoli.
Gli spari risalgono alla notte del 27 giugno scorso. Due persone erano piombate su un gruppetto di tre giovani e avevano aperto il fuoco. Uno degli obiettivi era rimasto illeso. Un altro, 22 anni, era stato colpito a una gamba; il giovane è il figlio della tiktoker Rosa Macor ed è nipote di Eduardo Saltalamacchia, presunto boss dei Quartieri Spagnoli, parentela che porta gli investigatori a considerare anche la pista delle fibrillazioni criminali del centro storico. Il terzo, 25 anni, era più grave: una pallottola lo aveva centrato all'addome, era stato ricoverato in prognosi riservata e in pericolo di vita.
Le indagini (svolte dalla Squadra Mobile e coordinate dalla Procura – Direzione Distrettuale Antimafia) hanno svelato che tutto è nato da una lite tra due gruppi di giovani, uno riferibile alle vittime e l'altro agli indagati. E che si è trattato di un raid studiato. Tre degli indagati avrebbero progettato l'agguato, eseguito materialmente da altri due. Il sesto avrebbe fornito supporto logistico: avrebbe prelevato i due killer dal luogo del ferimento e li avrebbe ospitati per qualche giorno in casa sua, in provincia di Caserta.