Tre fratellini con l’accendino in mano incendiano giostrina. Il più piccolo ha 3 anni
I bambini sono curiosi e hanno vari modi per scoprire il mondo. Uno è sicuramente osservare le azioni dei "grandi", in particolare i genitori. L'altro è fare esperienza. Un bambino impara alla svelta che un ago punge, ad esempio, se fa una siringa. Dunque appena ne rivede una piange già prima di farla perché ha fatto esperienza.
La paura e l'ansia dei genitori è nota: evitare che la curiosità dei bimbi finisca per fargli combinare guai o cagionar danni a loro stessi. Molto spesso capita di sentire papà e mamme che raccontano piccole e grandi marachelle: «Era qui tranquillo un attimo prima e poi…».
Dunque non stupisca la storia avvenuta nel piccolo centro di Sant'Anastasia, provincia di Napoli, zona vesuviana, cittadina nota soprattutto per il culto e il santuario della Madonna dell'Arco. Sant'Anastasia è oggi agli onori delle cronache per una storiella raccontata dai carabinieri della provincia di Napoli. Si parte da una giostrina carbonizzata. Fumo, odore di plastica e terra cartacce anch'esse ridotte in cenere. L'ennesimo, triste atto di bullismo? Non proprio.
Le immagini dei sistemi di videosorveglianza raccontano un'altra storia: si vedono tre bimbi che per gioco danno alle fiamme alcune cartacce con un accendino. L'incendio però si estende però alla giostrina. Che finisce in fumo. Loro si allontanano rapidamente.
Colpisce l'età dei bimbi: hanno 11, 8 e l'ultimo appena 3 anni. Sono sfuggiti al controllo della madre che poco dopo si è vista arrivare i carabinieri a casa e additare i tre figli come responsabili del rogo ed è stata segnalata all'autorità giudiziaria per danneggiamento aggravato.