Tra Quarto e Marano la droga trasportata con l’ambulanza per sfuggire ai controlli
Uno dei due gruppi di narcotrafficanti sgominati oggi dai carabinieri con misure cautelari per 29 indagati utilizzava anche un'ambulanza per trasportare la droga; un sistema che sarebbe stato usato per evitare i controlli e soprattutto nel periodo Covid, quando i mezzi di soccorso avevano ovviamente il via libera per gli spostamenti. Lo stratagemma, già emerso in precedenti inchieste su altri gruppi criminali, è stato ricostruito nelle oltre 300 pagine di ordinanza firmata dal gip di Napoli Maria Laura Ciollaro, su richiesta della Dda, ed eseguita dai carabinieri del Comando Provinciale di Napoli con la collaborazione dei Reparti Specializzati territoriali dell'Arma.
Blitz contro due gruppi di narcos, 29 misure cautelari
Per 22 dei 29 indagati è stato disposto il carcere, tra questi ci sono quelli ritenuti ai vertici dei due gruppi; per altri 3 sono stati disposti gli arresti domiciliari e per gli ultimi 4, infine, è stata applicata la misura del divieto di dimora nel comune di residenza. Le accuse sono, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti e di detenzione di droga ai fini di spaccio. Le indagini hanno ricostruito l'esistenza di due gruppi criminali distinti. Il primo, quello che avrebbe utilizzato l'ambulanza, sarebbe stato guidato dai fratelli Vincenzo Della Monica e Salvatore della Monica, insieme a Michele Nacca; quest'ultimo si era fatto tatuare sulla spalla in segno di rispetto le iniziali dei narcos Imperiale, Carbone e Mauriello, elemento che ha contribuito anche alla sua identificazione.
L'altra gruppo sarebbe stato invece guidato da Simone Bartiromo (già coinvolto in inchieste sul clan Sorianiello di Soccavo), Roberto Merolla e Giovanni Cortese (detto ‘o Cavallaro e ritenuto vicino al clan Di Lauro di Secondigliano) e avrebbe tenuto anche i canali di approvvigionamento con la Calabria. Per la ricostruzione dei due gruppi è stato determinante il monitoraggio del narcos Bruno Carbone, socio in affari di Raffaele Imperiale e, come lui, oggi collaboratore di giustizia; all'epoca dei fatti Carbone, residente a Dubai, si teneva in contatto coi complici tramite telefonini EncroChat e il sistema Sky Ecc, i cui sistemi di criptaggio erano stati violati dalle polizie di Francia e Olanda.
Tra gli indagati figura anche Vincenzo Iannone, il cui cadavere è stato rinvenuto carbonizzato in un'automobile data alle fiamme a Marano nel luglio scorso; per quel delitto, che gli inquirenti ritengono fosse una ritorsione per una partita di droga non pagata, sono state sottoposte a fermo due persone.
L'ambulanza per spostare la droga
L'espediente dell'ambulanza viene citato in diverse intercettazioni finite agli atti. In una di queste, datata 2 febbraio 2021, si parla della necessità di spostare la droga verso altri appoggi per metterla al riparo da controlli delle forze dell'ordine, e viene suggerito di utilizzare il mezzo di soccorso. Inoltre, un'ambulanza è stata identificata durante le indagini, intestata ad un uomo di Lecce (arrestato mentre trasportava su un furgone oltre 45 chili di cocaina) che è risultato legato al sodalizio criminale.