Totò, pubblicata la lettera indirizzata a Carlo Nazzaro dopo aver scritto La Livella: “Sono un dilettante”

"Illustre don Carlo, carissimo amico". Inizia cosi la lettera che Antonio de Curtis, Totò, scrive il 4 settembre 1964 a Carlo Nazzaro. Una missiva rimasta per anni inedita e che Max Brod, pronipote di Nazzaro, ha deciso finalmente di pubblicare. Ha scelto di farlo lo scorso 15 aprile, proprio nel giorno dell'anniversario della morte del principe della risata. A Roma, nella Galleria delle Arti, in pieno quartiere San Lorenzo. Quello che si può leggere, a distanza di quasi 61 anni, è un messaggio scritto per ringraziare delle "meravigliose espressioni che ha voluto dedicarmi nella prefazione al mio modesto volume di poesie (da dilettante) mi hanno profondamente commosso". Un "dilettante", come si definisce Totò, che proprio in quel volume aveva pubblicato la sua poesia più celebre, ‘A livella.
"Questa lettera", ha raccontato Brod, "è stata tramandata in famiglia di generazione in generazione. Ha viaggiato di casa in casa, come fanno spesso le lettere. Alla fine è arrivata a me. Ho pensato che fosse giunto il momento di divulgarla". La storia che porta alla missiva inizia nel 1963. In quell'anno Totò incontra l'editore Fausto Fiorentino. I due devono discutere i termini per pubblicare un volume di poesie scritto dal principe. La strada sembra spianata, de Curtis è al culmine della sua carriera. È questo, forse, che lo aiuta ad avere ragione su alcune condizioni che detta a Fiorentino. Innanzitutto le spese, a carico dell'editore, poi la prefazione, "di don Carlo".
Quel Nazzaro giornalista e fine intellettuale protagonista, per oltre mezzo secolo, della vita culturale partenopea. Un compito che, a quanto confessa il pronipote Brod, non dovette dispiacere molto al "carissimo amico". "Chiunque", ha sottolineato infatti Brod, "avrebbe desiderato scrivere quella prefazione. Ho scelto di diffondere questa pagina perché è una testimonianza dell’umanità e dell’umiltà di Totò. Il mio bisnonno aveva una grande sensibilità per la poesia. Era amico di molti grandi artisti dell’epoca: da Maria Callas a Eduardo De Filippo, da Pirandello a Salvatore Di Giacomo".
L'evento dei giorni scorsi si è concluso con l'omaggio a Totò di Davide Volpe. Il poeta performativo ha registrato una versione contemporanea della celeberrima ‘A livella. "Ho pensato che l’unione di musica e testo potesse funzionare bene", ha spiegato l’artista. "Pure Malafemmena nasce come poesia per poi diventare canzone. Ho scelto sonorità elettroniche perché volevo che il messaggio di Totò arrivasse a chi ancora oggi non lo conosce. Lui era un artista popolare e parlare al popolo, oggi vuol dire usare un suono contemporaneo". Ad accompagnare la poesia musicata, un videoclip realizzato con l'intelligenza artificiale in cui zombie e scheletri si muovono in una Napoli post apocalittica.