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Torna in carcere il boss Pasquale Zagaria, era ai domiciliari per un errore nella mail

A distanza di 5 mesi torna in carcere Pasquale Zagaria, fratello del superboss Michele “Capastorta”. È stato trasferito stamattina, 22 settembre, nel carcere di Opera, a Milano. Era stato trasferito ai domiciliari per un errore di battitura: l’incaricato del Tribunale di Sassari aveva invertito due lettere dell’indirizzo mail e la comunicazione al Dap non era mai arrivata.
A cura di Nico Falco
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Dopo cinque mesi torna in carcere il boss Pasquale Zagaria, fratello del capoclan dei Casalesi Michele Zagaria "Capastorta". Questa mattina è stato trasferito nel cercare di Opera, a Milano, la struttura individuata dal Dap come luogo idoneo per la detenzione. Zagaria era stato scarcerato (e sottoposto ai domiciliari) ad aprile dal giudice di sorveglianza di Sassari, lo stesso che poi aveva sollevato questione di legittimità contro il decreto Bonafede. A fronte di un cumulo di pena di 20 anni complessivi, Zagaria ne ha già scontati 16, avrebbe lasciato il carcere definitivamente per fine pena a fine 2020.

Malato di cancro e detenuto al 41-bis in Sardegna, Zagaria, 60 anni, soprannominato "Bin Laden", ad aprile era stato trasferito in una struttura a Pontevico, in provincia di Brescia, perché sull'isola gli ospedali erano stati tutti convertiti all'emergenza Covid-19. Era stato quindi sottoposto agli arresti domiciliari, in casa di un familiare. Il Tribunale di sorveglianza di Sassari aveva però disposto un termine di 5 mesi alla misura dei domiciliari, scaduto ieri; il tribunale di Brescia ha quindi ritenuto cessate le esigenze e riportato il boss in carcere.

A raccontare i retroscena della scarcerazione di aprile era stato Giulio Romano, ex direttore generale della direzione detenuti e trattamento del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria (Dap), in audizione alla Commissione parlamentare antimafia: si era trattato di un errore nell'invio di una mail. Il problema, aveva spiegato, sarebbe nella struttura del sistema informatico Calliope, usato per le comunicazioni via mail: la piattaforma non prevede notifiche di mancata consegna se viene utilizzata una casella mail normale al posto di una pec. E così, quando il Tribunale di Sassari aveva chiesto al Dap di valutare il trasferimento per condizioni di salute, e l'incaricata aveva invertito due lettere nell'indirizzo mail dell'addetta alla ricezione, la mail non era mai arrivata e di conseguenza non c'era stata nessuna risposta a bloccare quella scarcerazione.

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