Tiziana Cantone, ripartono le indagini: sotto esame la pashmina usata per il suicidio
Ripartono, anzi, iniziano da zero le indagini sulla morte di Tiziana Cantone, la 31enne che nel 2016 si è tolta la vita perché vittima di bullismo online dopo la diffusione di alcuni video personali. Maria Teresa Giglio, madre della ragazza, ha ottenuto il dissequestro della pashmina con cui la ragazza si sarebbe impiccata a un attrezzo ginnico nella cantinetta della villa di famiglia a Casalanuovo. A quattro anni dal decesso, archiviato come suicidio, tanto che non è stata effettuata l'autopsia sulla salma, i magistrati della Procura di Napoli Nord starebbero indagando sul caso sulla nuova ipotesi di reato la frode processuale.
Al centro delle indagini ci sarebbe anche la cancellazione dei dati informatici dai device in uso a Tiziana, riscontrati dai consulenti di parte civile e il segno intorno al collo della ragazza che, sempre secondo i consulenti della famiglia, potrebbero essere incongruenti con la pashmina. La morte della ragazza risale al settembre 2016, quando, dopo un periodo passato in sordina, seminascosta nella villa di famiglia per sfuggire agli sguardi e ai commenti altrui, Tiziana è stata trovata morta.
La ragazza era stata vittima della diffusione incontrollata e virale di alcuni video intimi. A denunciarne la diffusione era stata proprio Tiziana insieme all'allora compagno. Da quel momento le immagini erano rimbalzate da un server all'altro senza che la ragazza riuscisse a ottenerne la cancellazione. Esasperata, Tiziana non aveva sentito il bisogno di ritirarsi nella villa di famiglia, rinunciando di fatto a vivere una vita normale pur di sottrarsi agli sguardi altrui.