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Terzo mandato: i tre errori di comunicazione che ha fatto Vincenzo De Luca

Personalizzazione, contrapposizione, indispensabilità: cosa sta sbagliando De Luca in questa fase.
A cura di Domenico Giordano
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La comunicazione è stata per lungo tempo l’unità di misura che molti di noi hanno adottato, a volte in via incidentale e altre in modo esclusivo, per puntellare i ragionamenti sull’efficacia politico-amministrativa di Vincenzo De Luca, prima da sindaco di Salerno e poi da presidente della Campania.

In tutto, ventisei anni di una auto-narrazione fatta di record ineguagliabili e di primati straordinari, alcuni inconfutabili, altri molto meno. La comunicazione è stata all’occorrenza sia scudo che sciabola, gli è servita per parare colpi e tentativi di delegittimazione, ma soprattutto per colpire senza pietà i suoi avversari. Con gli anni la cifra comunicativa è diventata sempre più centrale, fino a essere onnivora, tanto che può essere proprio questa la prospettiva più interessante per valutare la sfida deluchiana sul terzo mandato.

Forse l’ultima, ma di certo quella più difficile e insidiosa. Anche in questa circostanza i caratteri identitari della comunicazione deluchiana sono rimasti gli stessi di sempre, seguendo un cliché ampiamente collaudato quanto fortunato: la personalizzazione, la contrapposizione e l’indispensabilità. Un tridente imbattibile, quanto quello del Napoli del secondo scudetto con Maradona, Giordano e Careca, che questa volta rischia invece di far cilecca.

Partiamo dalla personalizzazione. In passato è sempre servita a De Luca per vestire i panni del paladino di interessi collettivi da difendere a tutti i costi, quelli della città di Salerno, di una regione o dell’intero Mezzogiorno, contro gli affaristi della politica politicante o peggio per opporsi al disegno sfascia Italia dell’autonomia differenziata. La personalizzazione quindi come dimensione necessaria per combattere le ingiustizie e i guasti prodotti dalla mala politica. Al contrario, questa volta rischia di passare come difesa di un interesse ristretto, che punta alla conservazione della poltrona, una battaglia che non produce utili di comunità. Insomma, una personalizzazione più che altro fine a sé stessa, perché non porta un vantaggio pratico ed effettivo ai campani.

Il secondo errore è quello della contrapposizione. Schema tipicizzante della comunicazione di Vincenzo De Luca è quello dell’indice puntato contro un nemico, vero o presunto non importa, che ha restituito alle sue tante battaglie una credibilità di fondo, ma che in questo caso potrebbe tramutarsi in un boomerang. Perché, il nemico non è tanto o solo Elly Schlein, costretta dalla personalizzazione deluchiana a tenere il punto, o i maggiorenti del partito, così come gli oppositori del centro-destra. Il nemico invisibile contro cui la contrapposizione ha le polveri bagnate è la legge, o meglio, è l’artifizio pensato per neutralizzarla, è il valore negativo di una furbata. In politica, più che in altri ambiti, la forma è sempre sostanza e proprio su questa De Luca ha costruito molta della sua reputazione.

Infine, c’è il terzo e ultimo degli errori che De Luca sta sottovalutando, quello della indispensabilità della sua persona e della sua presidenza quale condizione irrinunciabile per approvare, con anni di ritardo, il recepimento della norma nazionale sulla non immediata rieleggibilità allo scadere del secondo mandato consecutivo del Presidente della Giunta regionale.

Questa indispensabilità, della serie dopo di me il diluvio, si porta dietro l’ammissione drammatica di un centro-sinistra privo di una classe dirigente all’altezza, di una debolezza intrinseca di un’area vasta che è pronta a rinunciare a un protagonismo formativo pur di non irretire il proprio leader. È l’ammissione esplicita, se così fosse, di un vuoto che circonda la leadership deluchiana.

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Domenico Giordano è spin doctor e consulente di comunicazione politica per Arcadia(www.arcadiacom.it) agenzia di cui è anche amministratore. Collabora con diverse testate giornalistiche sempre sui temi della comunicazionepolitica e delle analisi degli insight social e della rete. È consigliere nazionale dell’AssociazioneItaliana di Comunicazione Politica. Ha pubblicato “De Luca, la comunicazione politica di Vincenzo De Luca da sindaco a social star (Area Blu edizioni 2021) e “Sono un uomo di pace e perfino d’amore” (GrausEdizioni 2022). Da marzo è in libreria con “La Regina della Rete, le origini del successo digitale di Giorgia Meloni” (Graus Edizioni 2023)
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