“Terremoto sul Vesuvio non legato ad attività vulcanica. Il cratere si sta abbassando” parla l’esperta
"Al Vesuvio, al momento, non è in corso alcuna attività generata da una dinamica vulcanica. Si osserva invece una pluriennale subsidenza dell'area craterica cui è associata un sismicità superficiale che si sviluppa nella zona in cui è stato registrato l'evento di magnitudo 2.6". A parlare a Fanpage.it è Francesca Bianco, direttrice del Dipartimento Vulcani dell’Istituto Nazionale Geofisica e Vulcanologia (Ingv), e, in precedenza, direttrice dell'Osservatorio Vesuviano, che interviene dopo il sisma registrato ieri sera, domenica 19 gennaio 2025, alle ore 23,57, sul vulcano partenopeo, di magnitudo 2.6 e ad una profondità di appena 200 metri.
Bianco (Ingv Vulcani): "Il cratere si sta abbassando"
Le recenti scosse registrate sul Vesuvio, con epicentri superficiali, quindi, secondo l'Ingv, sarebbero legate all'abbassamento del cratere (la subsidenza) e non ad una ripresa dell'attività vulcanica. "Il cratere sta scendendo di circa 6 millimetri all'anno – conferma a Fanpage.it la direttrice Bianco – dopo l'ultima eruzione, avvenuta il 17 marzo 1944″. Non è una novità, quindi, come riportato nei bollettini dell'Osservatorio Vesuviano.
Il Vesuvio è un complesso vulcanico composto dal Monte Somma, la caldera più antica, e dal Vesuvio vero e proprio, con il caratteristico cono, nato all'interno della caldera, dopo l’eruzione che distrusse Pompei nel 79 d.C. Dal 1944, dopo l'ultima eruzione, il vulcano è entrato in fase di quiescenza. Ad oggi si registra attività fumarolica e bassa sismicità. Il vulcano è costantemente monitorato dall'Osservatorio Vesuviano, grazie a 14 stazioni della rete GNSS permanente e ad altre 4 nuove stazioni realizzate dopo il 2023, oltre ad altri sensori.
I dati Ingv di dicembre 2024 sul Vesuvio
Secondo l'ultimo bollettino mensile, a dicembre 2024 sono stati registrati 61 terremoti, il maggiore dei quali di magnitudo 1.2, dei quali 50 localizzati in area craterica con profondità fortemente concentrate nel primo chilometro. I dati della deformazione del suolo non evidenziano variazioni riconducibili a sorgenti vulcaniche, mentre quelli della telecamera termica permanente evidenziano una diminuzione dei valori delle temperature superficiali massime, caratterizzata da sensibili oscillazioni. Le misure con telecamera termica mobile evidenziano un andamento sostanzialmente stazionario della temperatura massima. Dal punto di vista geochimico, prosegue il trend pluriennale di diminuzione dell'attività idrotermale all'interno dell’area craterica del Vesuvio.