Terremoto a Napoli e odore di zolfo in città: l’esperto spiega i motivi
Ai Campi Flegrei questa notte si è registrata una scossa di terremoto di magnitudo 3.4, la quarta più alta negli ultimi 40 anni, a circa 2,7 chilometri di profondità, con epicentro nella Solfatara. La scossa è stata accompagnata in mattinata da un forte odore di zolfo, avvertito anche in diverse zone di Napoli, dal Vomero, a Chiaia, fino al Lungomare.
"L'attività di degassamento – spiega a Fanpage.it la vulcanologa Francesca Bianco, direttrice del dipartimento nazionale Vulcani dell'Ingv – sia in Solfatara che in Campi Flegrei da molti anni registra flussi in incremento, ma al momento per gli ultimi eventi non si segnala una fuoriuscita anomala di attività di degassamento. Può fare impressione il fatto che dagli anni '80 non avevamo eventi di magnitudo 3.0. Ma questi eventi sono classificati a bassa energia. Sono superficiali e per questo hanno un risentimento maggiore e sono avvertiti più facilmente. Ma non sono eventi forti. Quelli forti sono di magnitudo 6.0 in poi".
Francesca Bianco, già direttrice dell'Osservatorio Vesuviano per 6 anni, fino all'agosto 2022, oggi dirige il Dipartimento nazionale Vulcani dell'Ingv (Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia) dove confluiscono tutti gli Osservatori e tutte le sezioni dell'Ingv che contribuiscono agli studi di vulcanologia, e che coordina le attività di ricerca, monitoraggio e sorveglianza su tutti i vulcani attivi in Italia.
Direttrice, perché si è avvertito un forte odore di zolfo questa mattina a Napoli?
Generalmente la propagazione dell'odore di zolfo è favorita dalle condizioni meteorologiche. Le condizioni meteo di oggi, con il vento, il tipo di pressione, la giornata umida e l'aria bassa, ne hanno favorito la diffusione.
Nessuna fuoriuscita anomala di gas?
I dati che sono in nostro possesso per ora non mostrano dei cambiamenti nei trend soliti che osserviamo da anni. Nel corso della giornata ci saranno altri controlli. Al momento non ci segnalano una fuoriuscita anomala di attività di degassamento.
Il sisma registrato alle ore 4,28 di oggi, 8 maggio 2023, ha avuto magnitudo 3.4: la quarta più alta degli ultimi 40 anni. È un segnale preoccupante?
Stiamo parlando comunque di energia bassa. Può fare impressione il fatto che dagli anni '80 non avevamo eventi di magnitudo 3.0, che sono classificati comunque come eventi di bassa energia. Sono superficiali e per questo hanno un risentimento maggiore e sono avvertiti più facilmente dalla popolazione. Ma non sono eventi forti. Quelli forti sono di magnitudo 6.0 in poi. Quelli di energia moderata sono tra magnitudo 4.5 e 5.0. Gli eventi di 3.4 sono per fortuna a carico energetico basso, secondo le classificazioni mondiali.
C'è stato un aumento delle scosse negli ultimi anni?
C'è stato un aumento nella frequenza di accadimento delle scosse che è conseguenza del fatto che, rispetto alle velocità di sollevamento dell'anno scorso, da qualche mese noi stiamo osservando un aumento relativo della velocità di sollevamento, passata da 13 millimetri al mese a 15 millimetri al mese. Ma in generale il fatto che i Campi Flegrei continuino a sollevarsi in maniera continua dal 2005 è già di per sé un motivo perché si registrino i terremoti. La continua deformazione, anche con qualche piccolo incremento della velocità di sollevamento, genera uno stato di sforzo nelle rocce che poi si libera con i terremoti.
Quale può essere il motivo del sollevamento del suolo?
Il sollevamento al momento sembra essere dovuto ad un degassamento molto rilevante che avviene in profondità, oltre gli 8 chilometri. Questa grande quantità di gas arriva in superficie, interagisce col sistema idrotermale creando uno stato di sovrapressione e di aumento della temperatura del sistema idrotermale. E da lì poi ci sono i fenomeni dinamici che osserviamo: fumarole, sollevamento e di conseguenza le scosse. Non ci sono al momento evidenze di uno spostamento di magma dalla profondità verso la superficie, sulla base dei dati in nostro possesso.
C'è un aumento del rischio per la popolazione?
Il rischio è legato soprattutto al valore esposto, al numero di persone presenti in quell'area e alla vulnerabilità degli edifici. Non tanto alla pericolosità vulcanica, che all'interno di un range di incertezze è sempre la stessa. I Campi Flegrei sono un vulcano pericoloso che potenzialmente potrebbero dare una attività eruttiva pericolosa, che al momento, per i dati in nostro possesso, non sembra essere imminente da venire. L'incremento della sismicità, per quanto di debole energia, crea un impatto sulle infrastrutture e potrebbe creare nel tempo, con eventuali aumenti dell'impatto energetico, dei problemi alle infrastrutture. Ma su questo la comunità scientifica non può intervenire, devono intervenire altre figure.
De Luca ha previsto un aggiornamento del piano di evacuazione?
La comunità scientifica fornisce le informazioni tecnico scientifiche agli organismi competenti, come la Protezione Civile, che lavorano poi al piano e che si occupano di logistica, programmazione delle attività del territorio e vulnerabilità. Il nostro lavoro è dire se c'è una probabilità storica che nell'area si possa verificare come scenario peggiore atteso un certo tipo di fenomeno con certe caratteristiche. Su questa base le protezioni civili fanno i piani di emergenza. Dal punto di vista scientifico, i piani di evacuazione si fanno sulla base di una presunta attività pericolosa del Campi Flegrei che è ben nota da molto tempo. Non è cambiato nulla.