Terremoto Irpinia, Mattarella: “La peggior catastrofe nella storia della Repubblica”

Il terremoto dell'Irpinia del 23 novembre 1980 fu "la peggior catastrofe nella storia della Repubblica". Lo ha detto il presidente Sergio Mattarella, nel quarantesimo anniversario del sisma che scosse l'intera Campania e colpì parzialmente anche Basilicata e Puglia, provocando quasi tremila morti, diecimila feriti e trecentomila sfollati. Una ecatombe che segnò, forse per sempre, quasi l'intero Meridione e che ancora oggi mostra le sue ferite.
Mattarella: "La peggior catastrofe della Repubblica"
Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha ricordato il tragico evento definendolo "il più catastrofico evento della storia repubblicana", e ricordando "le quasi tremila persone che morirono sotto le macerie delle proprie case, o in conseguenza delle distruzioni di edifici. Tante vite non poterono essere salvate per le difficoltà e i ritardi nei soccorsi", ha aggiunto Mattarella, "ed il numero dei senzatetto si contò in centinaia di migliaia: sofferenze, disperazione, sacrifici che si sono prolungati per anni nel percorso di ricostruzione".
Ma Mattarella ha anche ricordato il "senso di comunità che consentì allora di reagire, di affrontare la drammatica emergenza, e quindi di riedificare borghi, paesi, centri abitati, e con essi le reti di comunicazione, le attività produttive, i servizi, le scuole, appartiene alla nostra memoria civile". E tuttavia, il presidente della Repubblica ha anche voluto sottolineare che restano "irrisolte antiche questioni, come il deficit occupazionale e l'emigrazione, le insuperate sofferenze delle aree interne", ricordando anche "la necessità di un analogo impegno comune che sappia utilizzare in maniera adeguata risorse finanziarie e progettuali destinate alla ripartenza dopo la pandemia".
L'Arma dei Carabinieri ricorda i suoi 7 caduti
Anche i Carabinieri hanno ricordato il terremoto dell'Irpinia, nel quale persero la vita sette militari dell'Arma. "Nonostante decine di Caserme fossero rimaste distrutte o danneggiate dal sisma, nonostante 29 parenti di Carabinieri fossero stati travolti e uccisi dalle abitazioni crollate", si legge in una nota, "l'Arma era presente. I Carabinieri non ebbero il tempo di piangere i loro congiunti morti: sopraffatti dal dolore, guidati dai richiami dei sopravvissuti, scavavano anche a mani nude per soccorrere i loro concittadini", ricorda l'Arma dei Carabinieri in una nota.