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Campi Flegrei

Terremoto Campi Flegrei, scossa 1,3 alle ore 11.20: il sismografo torna a oscillare

La scossa, di magnitudo 1.3, è stata registrata alla ore 11.20 di oggi, mercoledì 11 ottobre: dopo giorni di relativa quiete, una nuova scossa, seppure di lieve entità, torna a far tremare i Campi Flegrei.
A cura di Valerio Papadia
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Il sismografo dei Campi Flegrei torna a oscillare, fortunatamente per un terremoto di lieve entità, alle ore 11.20 circa, in zona Campi Flegrei, con profondità 1,1 km sotto il livello del suolo. Sia il monitor di Solfatara Campi Tennis che quello Campi Solfatara BB hanno oscillato, come si evince dal sito dell'Ingv: la scossa è stata di magnitudo 1.3 della scala Richter, un terremoto lieve ma che alcuni residenti dell'area flegrea hanno comunque avvertito.

Si tratta di una delle prime scosse, anche se di lieve entità. dopo giorni di relativa quiete nella caldera dei Campi Flegrei. Proprio a questa calma dei giorni scorsi ha provato a dare una risposta il vulcanologo Giuseppe Luongo, ex direttore dell'Osservatorio Vesuviano, che sul gruppo "Quelli della zona rossa dei Campi Flegrei", molto attivo sul fenomeno del bradisismo, ha analizzato questa apparente quiescenza:

Chi vive nell'area flegrea è sorpreso per il silenzio sismico di questi giorni e chiede cosa accade. Provo a dare una risposta al quesito. Secondo il modello meccanico del fondo della caldera rappresentata da una piastra sottoposta ad un carico costante, questa può deformarsi nel corso del tempo se il suo comportamento è in parte elastico e in parte viscoso. Il comportamento elastico si manifesta con i terremoti quando il mezzo, accumulando energia elastica per la spinta dal basso, raggiunge il limite di rottura e libera l'energia con un terremoto, la deformazione del suolo (ricordiamo gli spostamenti lungo le faglie per i grandi terremoti), e, in gran parte, calore (i terremoti sono accompagnati anche da processi che generano calore nelle rocce). Il comportamento viscoso delle rocce è caratterizzato da deformazioni (sollevamento) senza fratture

Nella sua disamina dell'attuale situazione, il professor Luongo prosegue:

Quindi il sollevamento fino a quando agisce il carico (la spinta dal basso) procede con un andamento di fondo continuo, intervallato da contributi transienti, associati agli eventi sismici di più elevata magnitudo (energia). Il silenzio sismico di questi giorni non indica che il sollevamento si sia arrestato, ma solo, almeno in questa fase, che la parte elastica del sistema mostra che non vi sono volumi di rocce capaci di liberare energia sismica come nei giorni passati. Se la spinta si fosse ridotta di intensità, in modo sensibile, alla scomparsa dei terremoti di maggiore energia (magnitudo), seguirebbe anche una diminuzione della velocità del sollevamento prodotto dalla componente viscosa delle rocce, fino all'arresto della crisi. Tutto ciò è auspicabile, ma il fenomeno al momento non sembra che abbia imboccata decisamente questa direzione. Occorrono segnali più robusti

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