“Terremoto 4.4 è stato il più forte. Ci aspettiamo altre scosse. Possibili eruzioni freatiche”: parla l’esperto Ingv

“La scossa di questa notte di magnitudo 4.4 è stata quella più intensa ed essendo superficiale, 2,5 km di profondità, l’effetto è stato molto più forte in superficie. È stata accompagnata anche da un boato. Nei prossimi mesi ci aspettiamo molti piccoli terremoti e qualche evento più forte. Non ci sono segnali di un’eruzione imminente ai Campi Flegrei. Non si possono escludere esplosioni freatiche locali: le zone potenzialmente a rischio sono Solfatara e Pisciarelli”.
A parlare a Fanpage.it è Giovanni Macedonio, geofisico e dirigente di ricerca Ingv, uno degli scienziati dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia impegnati nel monitoraggio continuo della Caldera dei Campi Flegrei, in prima linea nella sede Ingv, dopo la scossa delle ore 1,25 di questa notte.
Qual è la situazione del vulcano?
Il fenomeno del bradisismo a cui assistiamo vede un sollevamento del suolo iniziato nel 2005 che aumenta con velocità crescente. Fino a due mesi fa oscillava tra 1-2 cm al mese. Gli ultimi rilievi registrano 3 cm al mese. Questa velocità di sollevamento è la più alta registrata negli ultimi anni e porta con sé anche aumento di sismicità e degassamento, in particolare nella zona Solfatara e Pisciarelli.
Cosa possiamo aspettarci quindi nei prossimi giorni?
Se continua così, con questa velocità di sollevamento, dobbiamo aspettarci molti terremoti piccoli e qualcuno più forte.
Cosa succede dopo un terremoto forte?
Quello che succede di solito è che a volte la velocità di sollevamento diminuisce, a causa del degassamento. Ma adesso è presto per dirlo. Il trend in questo momento è in ascesa, con velocità costante ad alto rate (3 cm al mese) che comporta questo tipo di sismicità. Dovremo vedere nelle prossime settimane se ci sarà una diminuzione. Ma considerato che il vulcano si solleva da 20 anni ad una velocità mediamente crescente, l’ipotesi per il trend medio è che nei prossimi mesi possiamo aspettarci altri fenomeni di questo tipo.
Gli studi più recenti non ritengono possibile un terremoto più forte di magnitudo 5.1, perché?
Sì, perché il terremoto è associato al movimento di una faglia e l’intensità dipende dalla lunghezza di quest’ultima. Ai Campi Flegrei la faglia è di 12 km: essendo una struttura piccola, anche nella peggiore dell’ipotesi in cui si rompesse tutta, la magnitudo massima sarebbe 5.
È possibile una eruzione?
In questa fase si può escludere. Questa sismicità è un fenomeno di origine vulcanica. Sotto i Campi Flegrei, tra 1 e 3 km, a poca profondità, c’è un sistema idrotermale, una roccia fratturata con l’acqua che viene riscaldata dai gas profondi che arrivano dal magma a circa 10 km. Questo vapore ad alta temperatura, circa 1000 gradi, scalda il serbatoio, manda in pressione il sistema idrotermale. Questo produce degassamento e sollevamento e i terremoti. Essendo un vulcano non si può escludere che in futuro, come già accaduto in passato, assieme ai gas arrivi anche del magma in superficie. Ma questo processo di intrusione di magma porta con sé una serie di segnali sismici.
Quali?
Eventi che noi chiamiamo a bassa frequenza o di lungo periodo. Il magma liquido quando entra nelle fratture crea delle oscillazioni lente. Il terremoto ha un sismogramma che ha una forma che contiene delle oscillazioni alte, quando invece entra il magma, si crea una oscillazione lenta. Altri segnali di eruzione sono le anomalie nella forma delle deformazione superficiale. Anche la profondità conta: questi sono terremoti molto superficiali, quindi non indicano migrazione dal profondo. Tutti questi segnali oggi non li vediamo. E noi siamo attenti anche ai fenomeni più piccoli. Per adesso, insomma, non ci sono evidenze chiare che ci siano migrazioni di magma. Non c’è evidenza di una eruzione imminente.
E le eruzioni freatiche?
Non si possono escludere. Si tratta di un’esplosione locale, dove c’è la presenza di acqua ad alta temperatura. L’acqua normalmente bolle a 100 gradi, ma può rimanere liquida anche a temperature superiori e in questo caso esplodere. Sappiamo che la temperatura del sistema idrotermale dei Campi Flegrei sta aumentando gradualmente. Le zone potenzialmente a rischio sono Solfatara e Pisciarelli che sono comunque già interdette. Ma è giusto parlarne per motivi cautelativi.
Qual è la situazione attuale del bradisismo?
Stiamo assistendo a vari fenomeni: sollevamento nella zona Solfatara e Pisciarelli che sono quelle più fratturate. Aumento dei terremoti, anche a mare. Aumento del degassamento, in particolare dopo i terremoti più forti, che nell’immediato decomprime un po’ il sistema, facendo rallentare il sollevamento. Un po’ come il coperchio della pentola che oscilla per il gas. Ma negli ultimi anni, la velocità di sollevamento sta aumentando con fluttuazioni lente.
Dopo la crisi bradisismica dell’82-’84, si è avuta la subsidenza. C’è stato l’abbassamento del suolo di un metro. In questo periodo non si sono quasi più registrati terremoti, se non sporadici. Nel 2005 si è avuta una ripresa, più evidente dal 2010. Nel dicembre 2012 la protezione civile ha aumentato l’allerta a giallo (livello di attenzione di allerta scientifica). Questo comporta potenziamento del sistema di monitoraggio e dei bollettini che avvengono oggi con cadenza settimanale, invece che mensile, oltre a un rapporto continuo con Protezione Civile e riunioni semestrali della Commissione Grandi Rischi. Da dicembre 2012, non c’è stata mai occasione per un cambio di livello. Ad oggi, la velocità di sollevamento sta crescendo molto lentamente. È una escalation che dura anni.