Terremoti nei Campi Flegrei, altre scosse di bassa entità registrate nel golfo di Pozzuoli
Il respiro dei Campi Flegrei non si ferma: la terra ha ripreso a tremare dalla serata di ieri, mercoledì 24 novembre. I sensori dell'Osservatorio Vesuviano, il più antico osservatorio vulcanologico al mondo, hanno registrato terremoti di lieve entità nel golfo di Pozzuoli, comune dell'area flegrea.
Dai dati raccolti, emerge che la profondità di questi eventi sismici risulta superiore a quelli normalmente localizzati sulla terra ferma. Dopo due primi lievi scosse alle 20.51 e alle 3.21 del 24 novembre, rispettivamente di magnitudo 0.9 e 0.3, la serie di terremoti è iniziata attorno alle 3.27 di notte e si è conclusa nella mattinata del 25 novembre, alle 7.14. Gli eventi sismici di maggiore intensità sono stati registrati alle 4.38, alle 5.12 e alle 5.59, con una magnitudo, rispettivamente, di 1.3, 1.2 e 1 e una profondità di 4.40, di 2.77 e di 2.99 chilometri.
Le scosse di terremoto sono legate al bradisismo
Negli ultimi mesi le circa 500mila persone che abitano nel bel mezzo della caldera flegrea continuano ad avvertire scosse di terremoto, registrate anche dai sismografi dell'Osservatorio vesuviano. Si tratta, nella maggior parte dei casi, di fenomeni di bassa intensità con magnitudo inferiore a 1, ma che comunque spaventano la popolazione.
Francesca Bianco, direttrice dell'Osservatorio Vesuviano, ha spiegato a Fanpage.it che questo incremento del numero delle scosse «riguarda esclusivamente quella che chiamiamo ultra sismicità, legata al fatto che ora in quest'area c'è il bradisismo». Questo aumento della sismicità, spiega Bianco, «è una diretta conseguenza del fatto che, dal 2006, è in corso un sollevamento del suolo, che ha superato, nella zona di massimo sollevamento che è il Rione Terra (a Pozzuoli, ndr), gli 80 centimetri».