Terra dei Fuochi, sequestrati di nuovo i 200 milioni ai Pellini di Acerra, la decisione del Tribunale di Napoli
Sequestrato di nuovo il patrimonio di 200 milioni di euro dei fratelli Pellini di Acerra. Svolta nelle indagini sulla Terra dei Fuochi, il quadrilatero dei roghi tossici di rifiuti nelle province di Napoli e Caserta. I fratelli Giovanni, Cuono e Salvatore Pellini, imprenditori di Acerra, in provincia di Napoli, sono impegnati in diversi settori economici, tra i quali la gestione del recupero, smaltimento e riciclaggio di rifiuti urbani e industriali.
Nel 2017 il vasto patrimonio dei Pellini era stato oggetto di un sequestro di prevenzione sulla scorta degli esiti processuali che avevano portato alla loro condanna definitiva per il reato di disastro doloso continuato e delle indagini del G.I.C.O. di Napoli che avevano permesso di accertare la sproporzione fra i beni individuati e le disponibilità ufficiali degli imprenditori e di dimostrare anche che gran parte dei detti beni rappresentavano il frutto o il reimpiego di attività illecite.
La Suprema Corte di Cassazione aveva ordinato il dissequestro e restituzione del patrimonio. Oggi, i militari dei Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Napoli hanno dato esecuzione sia al dissequestro, ma contestualmente anche ad un nuovo decreto di sequestro adottato dal Tribunale di Napoli – Sezione per l’applicazione delle misure di prevenzione, su richiesta della locale Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia. Nel complesso, si tratta di 8 società, 72 autoveicoli, 75 rapporti finanziari, 224 immobili, 75 terreni, 3 imbarcazioni e 2 elicotteri, per un valore complessivo stimato di 201.476.743 euro.
Sulla vicenda interviene il vicepresidente della Camera, Sergio Costa (M5S), che commenta: "Ottima notizia il nuovo sequestro dei beni ritornati in possesso dei fratelli Pellini. Adesso vengano immediatamente utilizzati per la bonifica della Terra dei Fuochi".
La Corte di Cassazione aveva annullato il sequestro
I beni sequestrati hanno poi formato oggetto di confisca di primo grado nel 2019, confermata con decreto della Corte di Appello di Napoli depositato il 19 giugno 2023. Con sentenza depositata il 29 aprile 2024, la Sesta Sezione Penale della Corte di Cassazione, come riportato da Fanpage.it, ha però annullato il decreto della Corte di Appello di Napoli, disponendo la restituzione di quanto in sequestro agli aventi diritto.
Conseguentemente, in esecuzione di tale sentenza, la Procura Generale della Repubblica presso la Corte d’Appello di Napoli ha demandato i relativi adempimenti all’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata, con facoltà per quest’ultima di avvalersi della Guardia di Finanza di Napoli.
Tuttavia, ravvisando la possibilità di emettere un nuovo provvedimento di sequestro prodromico alla confisca in ragione del fatto che "il primo titolo ablativo era perento in sede di legittimità per ragioni esclusivamente formali", la DDA di Napoli ha delegato il Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria alla sede ad effettuare una compiuta e analitica ricognizione dei beni degli interessati. Sulla base degli accertamenti svolti, ravvisando l’attualità dei presupposti soggettivi e oggettivi dell'originario provvedimento di sequestro, su richiesta della D.D.A. di Napoli, il Tribunale di Napoli – Sezione per l’applicazione delle misure di prevenzione ha “nuovamente” disposto nei confronti dei menzionati imprenditori di Acerra e dei componenti i rispettivi nuclei familiari il sequestro dei beni.