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Tenta estorsione a un ormeggiatore di Nisida: ancora guai per Massimiliano Esposito, boss di Bagnoli

Massimiliano Esposito, considerato a capo dell’omonimo clan di Bagnoli e attualmente già detenuto, è stato raggiunto da una ordinanza di custodia cautelare per tentata estorsione.
A cura di Valerio Papadia
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Massimiliano Esposito
Massimiliano Esposito

Una ordinanza di custodia cautelare in carcere è stata emessa dal gip del Tribunale di Napoli, su richiesta della Direzione distrettuale antimafia partenopea, nei confronti di Massimiliano Esposito, considerato a capo dell'omonimo clan di Bagnoli, area occidentale del capoluogo campano, gravemente indiziato del reato di tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso. Esposito, conosciuto anche come "Lo Scognato", è attualmente già detenuto: resosi irreperibile nel settembre del 2024, in ottobre Esposito era stato arrestato in un albergo di Qualiano, nella provincia di Napoli.

Le indagini che hanno portato alla nuova ordinanza di custodia cautelare, eseguite dalla Squadra Mobile della Questura partenopea, hanno permesso di raccogliere a carico di Esposito gravi indizi di colpevolezza. Secondo gli inquirenti, infatti, il boss avrebbe intimato a un ormeggiatore di imbarcazioni di Nisida di corrispondergli una grossa somma di denaro per continuare a svolgere la sua attività.

Minacce e violenze per costringere l'ormeggiatore a pagare

Stando a quanto ricostruito dai poliziotti in fase di indagine, per mesi Esposito avrebbe minacciato l'ormeggiatore perché pagasse quanto richiesto. In alcuni casi, la vittima si sarebbe recata anche a casa del boss, dove avrebbe subito ulteriori minacce e anche violenze fisiche affinché versasse la somma di denaro.

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