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Telefonino negli spogliatoi per riprendere le allieve e molestie sessuali: condannato ex arbitro

Due anni inflitti a un 45enne, ex istruttore della scuola arbitri di Castellammare di Stabia (Napoli), denunciato da 5 allieve allora 18enni.
A cura di Nico Falco
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Si chiude con una condanna, dopo cinque anni, l'iter giudiziario avviato a seguito della denuncia di cinque allieve della scuola arbitri di Castellammare di Stabia (Napoli) nei confronti di un loro allenatore: ieri il Tribunale di Torre Annunziata (giudice Maria Concetta Criscuolo) ha emesso la sentenza del processo di primo grado con rito abbreviato, l'uomo è stato condannato a 2 anni per violenza sessuale e per tentata interferenza illecita nella vita privata.

La vicenda nasce nel 2018, quando una delle ragazze, all'epoca tutte neodiciottenni, aveva scoperto un telefono cellulare nascosto negli spogliatoi in modo che potesse riprenderle. Dopo il ritrovamento del cellulare le allieve si erano confrontate ed era venuto fuori che diverse di loro, e ripetutamente, erano state oggetto di "attenzioni" non gradite, l'uomo aveva più volte toccato loro il seno, il sedere e i fianchi. Era quindi partita la denuncia alla Polizia di Stato, durante l'iter le ragazze sono state assistite dall'associazione Libera dalla Violenza; al processo quattro di loro si sono costituite parte civile insieme all'Associazione Arbitri, che in conseguenza alla vicenda ha ritirato la tessera dell'allora 40enne.

Il percorso, spiega a Fanpage.it la presidente dell'associazione, l'avvocato Libera Cesino, è stato particolarmente sofferto in quanto le ragazze hanno dovuto affrontare le reazioni di chi non credeva alle loro accuse: c'era anche chi le chiamava "gallinelle" e insinuava che avessero sporto denuncia come ritorsione perché respinte da quell'uomo descritto nell'ambiente come corretto e di gradevole aspetto. A questo si aggiungeva la paura di essere state riprese e che quei video fossero inviati ad altre persone o anche pubblicati online.

Prosegue l'avvocato Cesino:

Libera dalla Violenza le ha seguite dalla denuncia e per tutta la durata del processo, col gratuito patrocinio. Con questa condanna i giudici di Torre Annunziata hanno confermato ancora una volta non solo la loro sensibilità ma anche la specifica competenza su queste materie, sui reati da codice rosso. Con la condanna non si è ottenuto solo giustizia ma anche la riabilitazione sociale: le ragazze all'epoca non vennero credute, nella stessa sezione degli arbitri di Castellammare di Stabia si dava più credito alla versione dell'allenatore.

Sentirle dopo la sentenza e raccogliere la loro felicità ci ha affrancato per tutto il lavoro che abbiamo fatto in questi cinque anni. L'aspetto più importante di questa condanna è che la vicenda possa essere un incentivo a denunciare per chi subisce molestie di questo genere.

L'associazione arbitri: "Ragazze mai lasciate sole"

L'Aia (Associazione Italiana Arbitri) ha spiegato di essersi costituita subito parte civile nel procedimento, a tutela dell'immagine di tutte le ragazze e i ragazzi dell'associazione e per vicinanze alle cinque allieve, e di avere proceduto col il ritiro della tessera al 40enne. Si legge nella nota:

Il Tribunale ha condannato l’autore della condotta al risarcimento dei danni anche nei confronti dell’Aia. Le ragazze non sono mai state sole ed hanno avuto il pieno appoggio della Sezione di appartenenza e di tutte le strutture regionali e nazionali.

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