Telecamere termiche e droni della camorra sequestrati a Caserta. L’ipotesi: usati per controllare il territorio
Botte in strada ed estorsioni ai danni degli imprenditori. Arrestati dai carabinieri Pietro, Antonio e Felicia Ligato, i tre figli del capoclan defunto della camorra casertana Raffaele Ligato. Le misure cautelari in carcere sono state eseguite dai militari dell'Arma questa mattina nell'ambito di un'indagine della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, che ha svelato la piena operatività dello storico clan da sempre attivo nella zona di Pignataro Maggiore, nel Casertano, definita la "Svizzera del clan".
Sequestrati droni con le telecamere termiche
Nel corso delle perquisizioni, da parte dei carabinieri del Nucleo investigativo del Comando Provinciale di Caserta e della Compagnia di Capua, sono stati trovati anche due droni professionali, con tecnologie di nuova generazione, del valore di oltre 5mila euro, dei quali uno con telecamera termica per uso notturno. Tecnologie, secondo gli investigatori, molto performanti. Visto che assieme sono stati ritrovati anche dei jammer e apparecchiature ricetrasmittenti e dissuasori, si ipotizza che potessero essere utilizzati per il monitoraggio del territorio e quindi per allertare i membri del clan in caso di eventuali blitz delle forze dell'ordine.
Nello specifico, i carabinieri hanno ritrovato anche uno smartphone, un micro telefono, apparecchiature ricetrasmittenti, un disturbatore di frequenze radio digitali multiplo e varie batterie, anche di grandi dimensioni. Sono inoltre stati rinvenuti un tirapugni e una bomboletta di spray urticante. Il materiale è stato sottoposto a sequestro.
Il blitz delle forze dell'ordine contro il clan
Le indagini della Dda di Napoli e dei carabinieri di Caserta hanno portato all'emissioni di provvedimenti di carcerazione per i tre figli del capoclan defunto della camorra casertana Raffaele Ligato (è morto nel carcere di Milano-Opera all'età di 74 anni il 22 ottobre scorso dopo anni passati al 41bis), si sono concentrate in particolare su due episodi estorsivi e un'aggressione avvenuta in strada. La prima estorsione, per la quale rispondono tutti e tre i figli, è stata commessa ai danni di un imprenditore titolare di un'azienda di pompe funebri, costretto a pagare a titolo di tangente somme periodiche di 3mila euro.
Pietro Ligato risponde invece di una seconda estorsione realizzata nei confronti di un imprenditore che aveva acquistato all'asta una cappella gentilizia una volta appartenuta proprio ai Ligato, ma che a questi ultimi era stata sequestrata: Ligato jr – hanno accertato i carabinieri – avrebbe preteso la restituzione del bene o 18mila euro in contanti. Sempre Pietro Ligato con l'altro indagato Fabio Papa risponde anche dell'aggressione con spray urticante e tirapugni di un 56enne, avvenuto nel centro di Pignataro, e commessa con lo scopo di riaffermare il predominio dei Ligato sul territorio.
I carabinieri hanno effettuato stamani anche delle perquisizioni a casa di Ligato jr e Papa, rinvenendo e sequestrando proprio il tirapugni e una bomboletta di spray, e tanti strumenti altamente tecnologici, come due droni professionali del valore di oltre cinquemila euro, di cui uno con telecamera termica per uso notturno, uno smartphone, un micro telefono, apparecchiature ricetrasmittenti, un disturbatore di frequenze radio digitali multiplo e varie batterie, anche di grandi dimensioni.