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Taverna del Ferro: Comune verso rescissione del contratto dopo interdittiva alla ditta

L’allarme di Catello Maresca: rifare la gara di appalto porterebbe ad un allungamento dei tempi e c’è il rischio che i fondi PNRR vengano persi.
A cura di Nico Falco
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Le palazzine del "Bronx" di via Taverna del Ferro
Le palazzine del "Bronx" di via Taverna del Ferro

Tutto da rifare per la riqualificazione di Taverna del Ferro: dopo l'interdittiva che ha colpito la ditta che si era aggiudicata la gara d'appalto per l'abbattimento e la ricostruzione delle palazzine del "Bronx", il Comune di Napoli va verso la rescissione del contratto. E questo, oltre ad allungare i tempi, potrebbe avere conseguenze ben più gravi: la situazione potrebbe mettere a rischio la prosecuzione dei lavori finanziati con fondi del PNRR, che sono soggetti a termini stringenti e potrebbero quindi andare persi.

Il cantiere è fermo da quasi tre mesi, nonostante la consegna dei primi alloggi fosse stata prospettata per ottobre 2024. Il motivo è la misura cautelare della interdizione dal contrarre con la pubblica amministrazione che il gip di Salerno ha emesso a carico della COBAR SPa, società che, oltre ad essersi aggiudicata l'appalto per Taverna del Ferro, lavora anche per Restart Scampia e per il Real Albergo dei Poveri. La questione è stata affrontata oggi dalla Commissione di monitoraggio per il PNRR, presieduta dal consigliere Catello Maresca. Gli appalti, come comunicato dal dirigente del Servizio Progetti Strategici, sono stati sospesi in via cautelativa e deve partire il procedimento di revoca e di risoluzione del contratto.

Spiega Maresca in una nota:

Tali determinazioni sono state immediatamente comunicate alla Procura di Salerno, che nel trasmettere gli atti alla Commissione che li aveva prontamente richiesti, aveva invitato l’Amministrazione a comunicare le sue determinazioni sulla prosecuzione degli appalti. Una situazione molto complicata che mette a serio rischio la prosecuzione di tutti i lavori finanziati con fondi del PNRR, che come è noto sono soggetti a termini stringenti, che se si dovesse iniziare tutto daccapo sarebbero già ampiamente spirati. Ed a quel punto, si potrebbe realizzare oltre al danno anche la beffa di dover restituire tutti i soldi finanziati dal PNRR, alcuni dei quali già impiegati nelle prime attività.

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