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Taralli nelle bare: la protesta dei titolari dei chioschi chiusi sul Lungomare di Napoli

Protestano i titolari dei chioschi chiusi ormai da oltre cinque mesi sul Lungomare di Napoli: taralli nelle bare e finto “funerale” per la loro attività.
A cura di Giuseppe Cozzolino
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Un "funerale" per i taralli inscenato davanti Palazzo San Giacomo, sede del Comune di Napoli. L'iniziativa dei titolari dei chioschi chiusi sul Lungomare di Napoli ormai da cinque mesi è andata in scena questa mattina, in piazza del Municipio. Una "morte del tarallo", come l'hanno ribattezzata loro stessi, spiegando che la chiusura dei chioschi sta mettendo duramente a rischio la stabilità economica di diverse famiglie e chiedendo a più riprese che possano riaprire i battenti. "Da anni paghiamo regolarmente al Comune quanto dovuto, ed ora per il sindaco siamo invece abusivi perché ci viene contestato che i nostri chioschi dovrebbero essere itineranti", spiegano alcuni dei manifestanti.

La chiusura era scattata su disposizione della Procura di Napoli, perché non autorizzati ad essere installazioni fisse. Tuttavia, l'amministrazione comunale fin dal primo momento era stata integerrima: i chioschi sul Lungomare di Napoli potranno tornare a patto di rispettare regole ben precise: niente più abusi, scarichi a mare illegali e assenza di autorizzazioni e tutto dovrà essere ordinato e concordato con le istituzioni competenti, dal Comune di Napoli alla Soprintendenza ai Beni Culturali. Ma da mesi, i titolari dei chioschi del Lungomare stanno protestando chiedendo all'amministrazione comunale la possibilità di riaprire: da Palazzo San Giacomo, finora, nessuna risposta a parte quella già data nelle scorse settimane: ovvero, sanare le irregolarità che vengono contestate ai titolari dei chioschi stessi. A giugno furono 19 i chioschi totali chiusi dall'amministrazione comunale in tutto il Lungomare.

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