Tangenti per certificati di morte, il ruolo dei dipendenti comunali: documenti falsi e soffiate sulle indagini

Nel sistema mazzette per i certificati ricostruito dai carabinieri del Nas di Napoli un ruolo cruciale sarebbe stato ricoperto dai dipendenti del Comune, in particolare da quelli dell'Ufficio Cimiteriale e dell'Anagrafe, che oltre a violare sistematicamente le norme in cambio di soldi o altri benefit avrebbero anche fatto "soffiate" sulle indagini e sui controlli agli imprenditori funebri coinvolti. L'inchiesta, nata da una segnalazione dell'Asl Napoli 1 in merito all'assenteismo di una dirigente medica, è durata due anni ed è sfociata nell'ordinanza eseguita questa mattina, 11 marzo, nei confronti di 70 indagati.
Gli impiegati comunali, hanno ricostruito gli inquirenti, avrebbero anche ostacolato le indagini in diverse occasioni, inquinando le prove. Era poi loro il ruolo chiave: rilasciavano, dietro compenso, i certificati necroscopici con la firma dei medici che avrebbero dovuto constatare il decesso, documentazione necessaria perché le pompe funebri avviassero le procedure funerarie, anche cremazioni, senza il necessario prelievo del Dna e senza le autorizzazioni scritte dei parenti dei defunti; allo stesso modo, rilasciavano le autorizzazioni al trasporto e alla cremazione delle salme, sulla base di certificati medici falsi. E, ancora, gli impiegati comunali avrebbero anche rilasciato le certificazioni sulle false patologie grazie alle quali venivano poi ottenuti i contrassegni per disabili per il parcheggio.
Secondo gli inquirenti a dirigere l'associazione per delinquere erano cinque dirigenti medici dell'Asl Napoli 1 Centro (tra i destinatari delle misure eseguite oggi dai militari); a loro avrebbe fatto capo una rete di imprese funebri, procacciatori, appartenenti a patronati, Caf e agenzie private e dipendenti pubblici. Tra gli intermediari è stato individuato anche un ex consigliere municipale di Chiaia, già coinvolto in una indagine sui falsi invalidi nel 2006, e in questa circostanza raggiunto da misura cautelare ai domiciliari.