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Covid 19

Tamponi Covid ad amici e parenti per 50 euro, sospesi due fratelli infermieri dell’Asl Napoli 1

Due infermieri sono stati sospesi: avrebbero usato tamponi Covid dell’Asl Napoli 1 per effettuare esami a pagamento a cittadini privati.
A cura di Nico Falco
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Tamponi molecolari dell'Asl, usati illecitamente durante il periodo critico della pandemia Covid per esami a privati cittadini che venivano fatti figurare come dipendenti in modo che anche delle analisi si occupasse l'azienda sanitaria. Una sistema ricostruito dai carabinieri del Nas e che vede coinvolti due fratelli gemelli, infermieri, entrambi in servizio presso l'Asl Napoli 1, gravemente indiziati di peculato, falso ideologico e truffa.

Il provvedimento è arrivato al termine delle indagini svolte dai carabinieri del Nucleo Antisofisticazione e Sanità e coordinate dalla Procura di Napoli (seconda sezione, reati contro la pubblica amministrazione, coordinata dal procuratore aggiunto Sergio Ferrigno) ed è stato notificato dai militari; per i due il giudice per le indagini preliminari ha emesso una misura cautelare interdittive della sospensione dall'esercizio del pubblico servizio per la durata di un anno.

Tamponi a finti dipendenti Asl, sospesi due infermieri

I fatti contestati risalgono al periodo dell'emergenza Covid. I due infermieri, secondo la ricostruzione dei carabinieri, si erano appropriati di un centinaio di tamponi per la rilevazione del virus di proprietà dell'Asl Napoli 1 e li avevano usati per effettuare i test ad amici e parenti in cambio di 50 euro ciascuno.

Per far sì che i campioni venissero esaminati nei laboratori dell'azienda sanitaria avevano poi inserito i nominativi negli elenchi dei dipendenti dell'Asl; proprio da quelle liste sono partiti i carabinieri, scoprendo il raggiro. Uno degli indagati, inoltre, si sarebbe assentato dal lavoro, simulando un inesistente impedimento, per partecipare ad un corso formativo in ambito sanitario.

L'Asl Napoli 1: "Continueremo a denunciare situazioni dubbie"

L'Asl Napoli 1 ha fatto sapere di avere già disposto la sospensione dei due infermieri con una delibera ad hoc e di avere avviato un procedimento disciplinare nei loro confronti. Le indagini erano partite proprio dalla segnalazione dell'azienda sanitaria, che aveva rilevato un comportamento anomalo da parte dei due indagati.

Uno dei fratelli, che supportava la postazione Frullone per l'esecuzione dei tamponi molecolari, chiedeva periodicamente di caricare tamponi non preventivamente registrati, dicendo che erano di dipendenti del Distretto Sanitario di Base 27 (Vomero – Arenella), dove era solitamente in servizio.

Il direttore generale dell'Asl Napoli 1, Ciro Verdoliva, stigmatizzando l'accaduto, ha voluto ricordare la linea dell'azienda sanitaria e sottolineare l'impegno, quotidiano e soprattutto in quel periodo, dei dipendenti sanitari nel fronteggiare l'emergenza Covid e a tutela della salute pubblica:

Fa male pensare che mentre la stragrande maggioranza dei nostri professionisti si impegnava a fare bene, qualcun altro ne approfittava per guadagnare sull’emergenza. Anche in quel periodo così intenso e complicato non abbiamo mai abbassato la guardia, abbiamo sempre denunciato e i provvedimenti di oggi ci dicono che abbiamo fatto bene. La macchina della giustizia ci assicura risultati concreti e noi abbiamo il dovere di adottare provvedimenti duri, perché siano da esempio per chi pensa di sfruttare il bisogno di salute delle persone per un proprio tornaconto. Non è la prima volta che l’Azienda subisce l’onta di malaffare, ma voglio ringraziare tutte le donne e gli uomini dell’ASL Napoli 1 Centro che invece, ogni giorno, rappresentano la buona sanità, lavorando con professionalità e passione, nonché tutti coloro che hanno profuso impegno nelle indagini.

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