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Sulla nave Viking bambina di 7 anni sola. Un migrante: “In Libia valiamo meno delle pecore”

Tra i migranti minori non accompagnati arrivati a Napoli con la Ocean Viking c’è anche una bambina di soli 7 anni; verrà collocata in una struttura del Comune.
A cura di Nico Falco
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La nave Ocean Viking, repertorio
La nave Ocean Viking, repertorio

Si è concluso nel primo pomeriggio lo sbarco dei migranti trasportati a Napoli dalla nave Viking, attraccata alle 8 di oggi nel porto. In totale si tratta di 254 persone, arrivate prevalentemente dall'Africa; tra i 37 minori non accompagnati c'è anche una bambina di appena 7 anni. La nave era partita ieri da Vibo Valentia, dove c'era stato un parziale sbarco, in direzione Genova; per il maltempo la destinazione era stata però cambiata. Al molo 21 del porto, quello dell'attracco, si sono svolti da questa mattina gli accertamenti sanitari e le operazioni di identificazione e di smistamento verso le strutture di Napoli e della Campania che li accoglieranno.

La bimba di 7 anni arrivata da sola

Luca Trapanese, assessore al Welfare del Comune di Napoli, ha fatto sapere che per la piccola è stata subito individuata una collocazione in una delle strutture di accoglienza del circuito di Palazzo San Giacomo. I minori non accompagnati arrivati con la Viking, spiega ancora Trapanese, saranno inizialmente collocati presso l'Ospedale del Mare per poi venire smistati gradatamente. Inoltre il Comune, conclude, si è occupato di mettere a disposizione bagni chimici e pasti per i migranti arrivati questa mattina.

"In Libia un nero vale meno di una pecora"

Cousbi, 22enne del Camerun arrivato oggi a Napoli con la Viking, ha raccontato del suo viaggio e delle condizioni vissute quando si trovava in Libia, prima di partire, sostenendo di avere subito violenze:

In Libia l'uomo di colore vale meno di una pecora. Il valore a cui siamo venduti è di circa 100 euro, mentre i libici vendono le loro pecore al mercato per 280 euro. Per loro siamo meno del bestiame. In Libia tutti portano un'arma, anche le donne e i bambini di 7 o 8 anni  possono sputarti addosso, lanciarti sassi, non puoi nemmeno reagire. Altri ti sparano addosso, se non fuggi, muori. E' un Paese dove tutti sono armati e noi siamo la loro fonte di reddito. È per i loro affari che portano le armi, è per intimidire i neri. Le nostre famiglie vendono case, campi, beni, per poter pagare il riscatto e questo li impoverisce ancora di più, dopo che noi eravamo partiti per aiutarli economicamente.

Una volta arrivati in Libia, prosegue il giovane, i migranti vengono rinchiusi e malmenati senza ragione:

Quando le guardie carcerarie si stancano di picchiarti allora prendono uno dei tuoi fratelli e lo costringono a picchiare gli altri sotto la minaccia di una pistola. Non si ha altra scelta e quindi si obbedisce.

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