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Le notizie sugli stupri al parco verde di Caivano

Stupro Caivano, cosa è successo alle due cugine del Parco Verde: le violenze, le minacce e gli arresti

Due cugine di 12 e 10 anni del Parco Verde di Caivano hanno raccontato di essere state violentate da un gruppo di adolescenti. Sono stati arrestati 9 giovani, di cui 7 minori.
A cura di Nico Falco
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Due cuginette di 12 e 10 anni del Parco Verde di Caivano hanno denunciato di essere state violentate ripetutamente da diversi giovanissimi in luoghi isolati del comune del Napoletano. Gli stupri sarebbero andati avanti per mesi, fino a quando il fratello di una di loro non aveva ricevuto un messaggio da un account anonimo su Instagram che lo avvisava dei "video sporchi" che dei ragazzi stavano realizzando insieme alla sorella. Da lì la denuncia sporta dai genitori delle due vittime, con l'apertura delle due inchieste parallele, una della Procura di Napoli Nord e l'altra della Procura per i Minorenni, che hanno portato alle misure cautelari eseguite dai carabinieri ieri, 26 settembre, nei confronti di 7 minorenni e 2 maggiorenni.

Le due ragazzine, nel frattempo collocate in comunità protetta, sono state ascoltate con le cautele del caso da personale esperto e hanno fornito un racconto dettagliato che ha permesso di ricostruire il quadro indiziario a carico dei 9 indagati. Le violenze sarebbero avvenute nell'ex area ecologica e nel campo sportivo "Faraone", entrambi abbandonati da tempo, e nella Villa Comunale di Caivano. Durante gli stupri, è stato appurato dagli inquirenti, le ragazze sono state anche riprese coi telefonini e i video sono circolati tra gli indagati.

La scoperta degli abusi da parte del fratello di una delle vittime

Le violenze sarebbero partite nel mese di giugno, ma la denuncia è arrivata soltanto ad agosto, quando il fratello della 12enne ha ricevuto il messaggio su Instagram. Il testo viene riportato nell'ordinanza della Procura per i Minorenni:

Ti voglio dire solo una cosa, apri gli occhi con tua sorella perché ha dei video sporchi con dei ragazzi. Io sono un tuo amico. La portano lei e una ragazza dietro la Delfini vecchia, gli fanno i video sporchi.

Il luogo a cui fa riferimento è il centro Delphinia, anche questo abbandonato da anni, che sarebbe stato tra i luoghi delle violenze. Il ragazzo ha inviato lo screen del messaggio alla zia, madre della bambina di 10 anni, e i genitori si sono rivolti ai carabinieri.

Le minacce alle famiglie delle due cugine del Parco Verde di Caivano

Nei giorni successivi all'esplosione mediatica del caso (il primo a parlarne è stato il quotidiano Il Mattino) la madre della 12enne ha denunciato, tramite il suo avvocato, di avere subìto delle minacce e ha lanciato un appello al premier Meloni chiedendo un aiuto per lasciare il Parco Verde e che le ragazzine tornassero alle famiglie.

Le due cugine vengono affidate ai servizi sociali

Le due cuginette sono state allontanate dalle famiglie nelle prime fasi delle indagini, sulla scorta di una relazione degli assistenti sociali che non hanno ritenuto adatti i due nuclei. Sono state sistemate in due diverse comunità protette, perché non potessero parlare tra loro di quello che era successo, in modo da scongiurare il rischio di contaminazioni nei ricordi che sarebbero poi andate a riferire agli inquirenti.

Il clamore mediatico e la visita della Meloni al parco verde di Caivano

Il clamore mediatico che ha suscitato la vicenda ha riportato l'attenzione sul Parco Verde, che negli anni scorsi era stato teatro della morte di Antonio Giglio, il bambino di 3 anni caduto morendo da uno dei palazzi, e di Fortuna Loffredo, 6 anni, precipitata dallo stesso edificio; la bambina, si scoprì successivamente, era da mesi, forse da anni, vittima di violenze sessuali.

Tra le reazioni c'è stato chi, come il ministro Matteo Salvini, ha parlato esplicitamente di castrazione chimica. Il 31 agosto la premier Giorgia Meloni ha visitato la scuola Morano, che si trova all'interno del complesso popolare alla periferia di Caivano, annunciando che l'area fa parte delle "periferie da recuperare". Pochi giorni dopo, il 5 settembre, il primo blitz interforze delle forze dell'ordine.

Le indagini: i video e le chat sulla violenza

Parallelamente sono andate avanti le indagini, affidate ai carabinieri e condotte dalle due Procure. I telefonini dei ragazzi individuati grazie al racconto delle due cuginette sono stati sequestrati e analizzati alla ricerca di chat ma soprattutto dei video di cui le due vittime avevano parlato. Ne sono stati trovati due, uno riguarda la 12enne e l'altro la bambina di 10 anni. E in quelle immagini è stato possibile riconoscere diversi degli indagati. Un terzo video, non recuperato, sarebbe quello di una videochiamata, che uno degli indagati, un 17enne, avrebbe fatto agli amici mentre violentava la bambina.

Le testimonianze delle due cugine violentate al Parco Verde di Caivano

Le versioni delle due ragazzine, ascoltate in modalità protetta, convergono sui dettagli fondamentali. Hanno raccontato di essere state violentate da due gruppi distinti di adolescenti. Per entrambe gli abusi erano cominciati allo stesso modo: dopo un rapporto sessuale con quello che ritenevano il loro "fidanzatino", erano state prese di mira dagli amici che avevano abusato di loro nella Villa Comunale, nell'ex isola ecologica (mai entrata in funzione) e nei centri sportivi abbandonati.

Come spiegato dalla procuratrice di Napoli Nord, Maria Antonietta Troncone, le due erano completamente in balìa di quegli adolescenti:

Venivano derise, offese, colpite con calci e pugni i ragazzi erano in possesso di tirapugni, e questo incuteva timore, paura. Venivano sottratti loro i cellulari, minacciando di non ridarli se non avessero consumato i rapporti sessuali. Le ragazze hanno provato a ribellarsi, ma a fronte della presenza di questi ragazzi, sicuramente più forti di loro, non ci sono riuscite.

Gli arresti a Caivano: 7 minorenni e 2 maggiorenni

Ieri mattina, 26 settembre, l'esecuzione delle misure cautelari nei confronti degli indagati; tre hanno 14 anni, due 15, uno 16 e gli ultimi due 18 e 19 anni. Le accuse vanno, a vario titolo, dalla violenza sessuale di gruppo alle minacce. L'accusa di stupro di gruppo è stata formulata anche nei confronti di alcuni degli indagati che non avevano attivamente preso parte agli atti sessuali: gli inquirenti, viene sottolineato, hanno ritenuto che anche soltanto la loro presenza in quei momenti ha contribuito alla "forza del branco" a cui le ragazzine non hanno potuto opporsi. Per il 18enne l'accusa è anche di revenge porn in quanto è emerso che dal suo telefonino ha inviato ad un altro degli indagati uno dei video delle violenze che aveva a sua volta ricevuto.

Cosa succede dopo gli arresti

Per i due maggiorenni è stato disposto il carcere, per 6 dei minorenni il carcere minorile e per l'ultimo la comunità. Giovedì 28 settembre si terranno i primi interrogatori. Al momento le due cuginette restano allocate nelle case famiglia presso cui sono state sistemate all'inizio delle indagini.

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